The cold one, Twilight Vampires .
Innanzitutto, BENVENUTI !
Ogni fan della magnicifa saga, è accolto a braccia aperte, fate cose se foste a casa vostra .
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Un mondo tutto nostro dove ogni desiderio, con un pò di fantasia, può divenire realtà .
 
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 RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!

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streghetta
Gwendie
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K i k k a

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MessaggioTitolo: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime6th Aprile 2010, 20:21

RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! 6zq5ag

RAGAZZE STREGHETTA HA AVUTO UN'IDEA MAGNIFICA!
QUI POTRETE POSTARE TUTTE LE PARODIE DIVERTENTI E CHE PIù VI PIACCIONO DELLA NOSTRA AMATISSIMA SAGA!
E ALLORA COSA ASPETTATE?
RIDIAMO UN PO!!
lol!
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Gwendie

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Data d'iscrizione : 02.02.10

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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime6th Aprile 2010, 23:35



Raga io l ho già postato una volta...xò l ho rimesso x ki non l' avesse visto!!xDxD (LL) (LL)
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streghetta

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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime6th Aprile 2010, 23:59

A rigà siete mitiCIEEEEEEEEEEE.........e la canzone è da scompiscio..... non avrà mai....IL MAGGIORDOMO,LA VILLA A COMO... I MIEI MILIONI..I MAKKINONI..VESTITO NERO NE VADO FIERO,,,,,,,,,,,,,,,hahahahahahaa crepooooooooooooo.................. vi adorooooooooooooooo ank'ioooooooooooo!!!
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streghetta

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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime7th Aprile 2010, 00:26

AAAAAAAAAllora,inizio cn una FF pubblicata sul sito www.efpfanfic.net da DRAGANA.... ogni diritto è dell'autrice,ovviamente........ a me fa morireeeeeee!!!BUONA LETTURA (posterò man mano tt i cappy)
1)
Ah, Twilight!
Voglio qui raccontare la mia esperienza con questa saga, perché parlarne fa bene. Mi fa sentire meno sola, e magari potrò essere d’aiuto ad altri che, come me, credevano di essere dei lettori di cose serie ed invece… invece… Scusate. Ora sto meglio.
Non ho quindici anni, sono poco romantica e abbastanza cinica, eppure... eppure, per il compleanno, mi regalarono Twilight. Io ero poco convinta, inoltre la dicitura "il manifesto della generazione emo" mi suonava lievemente minaccioso. Ma è un libro, è un regalo, che fo'? Lo leggo.

La storia inizia con 'sta Bella che da Phoenix (no, non è l'isola della Regina Nera, è una città degli USA, esiste!) va ad abitare a Forks, un paesino in cima al monte Greppo, piovosità media 364 giorni l'anno, abitanti 12, tre case la chiesa il bar. Ci va, nota bene, per non rompere le scatole a mamma che si è risposata con un giocatore di baseball venticinquenne ed è evidente che non la vorrebbe tra le palle, e già qui si comincia a capire perché Bella preferirà i non-morti.
Arriva a scuola sulla macchina più scrausa dell'universo mondo, e comincia a fare strage di cuori. Lei si stupisce della cosa, dato che prima non la calcolava nessuno: da qui si evince che bell'ambientino di morti di figa doveva essere la scuola di Forks. Ma la bella Bella, che ha l'occhio lungo, nota subito a mensa IL TAVOLO: cinque strafighi, tre maschi due femmine, che fanno finta di mangiare e parlano pochissimo, ma in pose plastiche.
Alt.
Sarà che qui da noi funziona diversamente, ma mi spiegate in che mondo può esistere che cinque ragazzi bellibellibelli belli in modo assurdo vengano ignorati da un intero liceo di adolescenti in piena tempesta ormonale? No, perché nel mio mondo questa è pura fantascienza! In un qualunque normale istituto scolastico sarebbero durati tre secondi!
Comunque Bella, meno scema del previsto, punta subito l'unico single del gruppo e scopre che questi sono i figli del dottor Cullen (che è più fico del dottor House), tutti adottati e/o affidati, e fidanzati due a due. Praticamente Beautiful. Complice una bella botta di culo ha lezione proprio con quello che le piaceva, che però la fissa con odio e poi fugge via. Sulla macchina figa, ovvio, questi sono i Cullen, sono fighi, ed hanno macchine all'altezza.
Eh, beh.
Poi, un bel dì in cui nevica e ghiaccia, capita che nel cortile della scuola uno perde il controllo della macchina e sta per spalmare Bella nel parcheggio...MA! Indovinate un po'? Edward Cullen (il figo di cui sopra), che prima era LAGGIU', adesso è QUI (velocità) e salva Bella bloccando la macchina con le mani (potenza), mentre Bella ancora una volta vede quanto è figo (ascendente) e nessuno nella scuola nota nulla di strano (sempre ascendente, livello più alto, che Edward non è mica un niubbo!). Bella nota, e ringrazia, e si stupisce ma non eccessivamente. Boh.
Allegra domenica di sole, Bella e gli amici di scuola (ma non i Cullen, eh!) vanno a fare una gita sulla spiaggia che è nella riserva indiana. Bella fa subito amicizia con un minorenne arrapato e, con l'antica tecnica cinese di farla annusare per ottenere favori e informazioni, viene a conoscenza di una leggenda secondo cui gli indiani sono licantropi, i loro nemici sono i vampiri, i Cullen sono vampiri, ma c'è in corso un patto di non belligeranza.
Intanto, tra brividi e guai, prosegue la conoscenza tra Edward e Bella: lui a volte è carino e a volte non si fa sentire, e come ogni donna pecora lei ovviamente se ne innamora pazzamente.
Con lui affronta l'argomento vampiri in modo delicato, con un certo tatto ed una certa prudenza: gli chiede se è un vampiro. Lui, senza timore di sembrare scemo e senza remore sulla segretezza della cosa le risponde di sì. Lei ne prende atto con una certa indifferenza, inghiottendo ravioli ai funghi. Lui ovviamente si stupisce del fatto che la fanciulla non faccia una piega, ma la conclusione a cui giunge non è "Che idiota", bensì "E'la donna della mia vita". Si premura comunque di avvisarla del fatto che lui e la sua famiglia sono buoni, non mangiano gli uomini ma gli animali del bosco tipo gli orsi e i cervidi, e quindi i loro nemici naturali più che i lupini sono quello del WWF. Date queste premesse, la storia d'amore può cominciare.
E qui, signori e signore che vi apprestate a leggere questo libro, siate cauti: i diabetici si astengano, gli altri si muniscano di insulina, prenotate il dentista.
Sì, perché l'amore tra i due esplode, deflagra come il big - bang, e cominciano pagine e pagine di "ti amo" "io di più" "no di più io" "non ti lascerò mai" (che cos'è, una minaccia?)... non pago Edward, che essendo vampiro non dorme mai, di notte LA GUARDA DORMIRE! Mamma mia, che ansia! Verrebbe da pensare ad una scena in cui Bella, spettinata e con gli occhi iniettati di sangue, grida "Dammi tregua!". E invece no. Lei è felice, lui anche, il lettore si martella le palle.
Quivi, sono certa, tutti si staranno chiedendo: "Ma come diamine fanno Edward&f.lli, che sono vampiri, a uscire di giorno?". Ebbene, non temete. C'è una spiegazione perfettamente logica, emogoth e decadente. Lui porta Bella a fare una romantica camminata nella bosca fino a giungere ad una radura ricolma di fiorellini, farfalline, usigniuoli e coniglietti e le mostra perché i vampiri possono stare in pubblico solo di notte o al massimo nei posti dove è molto nuvoloso, e qui arriva il momento più alto del romanzo.
Onorevoli gentildonne della giuria, i vampiri, se esposti alla luce del sole, LUCCICANO!
...
...
MWAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHHAHHA!!!!
(1 ora dopo)
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHHAHHAHHAHAHHAHHAHAHHAHAHHAHAHAH!!!
(2 ore dopo)
HAHAHAHAH...anf...anf... OH MIO DIO!
Ho trovato la chiave di lettura! Questo è un romanzo comico, e non l'hanno detto a nessuno!
Forte di questa mia nuova convinzione, proseguo nella lettura. Il bell'Edward, giunti a 'sto punto, decide che è il momento di presentare la morosa alla famiglia. Lei, per fare bella figura davanti a suoceri e cognati traboccanti di suprema eleganza e charme innato, decide di sputare sopra alla classica soluzione jeans-camicia-blazer che risolve le situazioni e si presenta con una gonna lunga color kaki e una camicia blu. Ottima idea. Praticamente una zingara, ma il fidanzato le da una prova d'amore suprema, che riduce a poca cosa i vari "Il tuo profumo è il più buono che abbia mai sentito","sto a guardarti dormire e pronunciare il mio nome nel sonno","se muori mi suicido": le dice che sta benissimo. Pazzo e bugiardo, dunque.
Bene, ora ecco a voi la splendida e vampiresca famiglia Addams.
C'è Carlisle, il papi, che ha una trecentina d'anni ed ha attraversato una profonda crisi di coscenza, diventando buddhista e vegetariano (ossia non beve il sangue delle persone ma solo degli animali e degli avvocati). Ora ha un tale autocontrollo che può fare il medico e vedere litri di sangue senza fare una piega, praticamente lo stesso principio che si applica a pasticceri e pornoattori. E' molto peace&love, era a Woodstock, e vampirizza solo chi è in fin di vita. Ha tre amiconi vampiri millenari che vivono in Italia e sono etruschi, però hanno nomi romani. Beh, non soffermiamoci su sottigliezze filologiche... dopotutto l'autrice è americana!
Edward è la prima vittima di Carlisle. Stava morendo di spagnola (E' una malattia! NO, non era vittima di una prostituta estremamente capace!) e siccome il papi si sentiva solo, tac! Forse poi si è pentito, visto che Edward descrive se stesso come una sorta di eterno adolescente sempre molto ribbbelle e tragggico, ma fortissimo e fichissimo. Dulcis in fundo, lui ha un potere: legge i pensieri superficiali della gente. Tranne quelli di Bella, e tutti si chiedono il perché. La risposta ovvia, e cioè che Bella ha l'elettroencefalogramma piatto, non è ancora venuta in mente a nessuno.
Esme è la mamma, ossia la compagna del papi, vampirizzata dopo aver tentato il suicidio. Che, se aveva tentato, magari voleva morire e non vivere per sempre, no? Comunque Esme ha la verve di un'ameba e più o meno la stessa utilità, e neanche la dignità di un nome completo.
Rosalie (no, non è una malattia infettiva) ha lo stesso aspetto di Barbie Regina Della Notte ma è molto più stronza. E'stata raccattata allo scopo di diventare la compagna di Edward, ma pare che la saggia ragazza abbia fatto il gesto dell'ombrello ed attualmente si accompagna con un tipo alto, grosso e forte che combatte con gli orsi e in vita faceva l'eroe del Wrestling. Periodicamente si sposano: ogni volta il vestito, il ricevimento, gli inviti e lui non le ha mai detto "Ancora? Perché non ci diamo un taglio?". Ragazza, sei un genio. Inoltre, è l'unica che non tratta Bella come la nuova amicona di famiglia.
Emmet è l'Undertaker di cui sopra, che però a parte dire pirlate, bullarsi della sua forza e bombarsi la più gnocca del libro non fa molto altro. Comunque, chiamalo scemo!
Poi, Alice. Alice è drogata. Dai, è ovvio, lei non si nutre di sangue, ma di LSD. A parte che ha le visioni del futuro, a parte che da viva stava in manicomio... Alice fa venire il mal di testa. Fa millemila cose, è amicona di tutti, organizza festini, balla, canta, gira&frulla, guida le supermacchine ai trecento, le caprette le fanno ciao... fermatela! Sparatele!
Infine c'è Jasper, che avverte le emozioni di chi gli sta intorno (auspex) e le amplifica o le calma (demenza). Alice l'ha trovato per strada, ha capito che mangiava poco e non sporcava, ed ora lo sta addomesticando. Giuro che è vero.
Comunque tutta la famiglia è felice di accogliere Bella, tranne Barbie Girl, probabilmente schifata dalla mise della ragazza. E quindi la invitano alla loro attività ricreativa preferita, attività dark, emogoth e decadente, come si conviene ai vampiri. IL BASEBALL!
Evviva evviva, con la supervelocità si va a giocare in uno spiazzo della bosca, mentre ovviamente Bella sta a guardare, divertita come quando si guarda la vernice che si asciuga.
Ma...ta-ta-taaan! D'improvviso, la drogata mette tutti in allarme. Ha avuto una visione, 12 56 39 sulla ruota di Bari! Ne ha un'altra: stanno arrivando tre vampiri normali, di quelli che se si portano dietro una ragazza è per fare merenda, e vogliono giocare! La visione è inutile, i suddetti sono lì due secondi dopo e sgamano Bella immediatamente. Lì per lì non fanno nulla, perché sono tre contro sette e comunque la palla l'hanno portata i Cullen, ma Edward legge i pensieri scoprendo che uno è gay, l'altra vorrebbe trovare un parrucchiere perché ha dei capelli che non si guardano, e il terzo vuole mangiarsi Bella che ha un buon profumo, lui è tutto il giorno che cammina, a pranzo un passante e adesso non ci vede più dalla fame. E qui, a pagina trecento (AHU AHU AHU!) parte l'azione.
Allora: il gay si dissocia, la famiglia attua una manovra di depistaggio verso i due vampiri rimasti, ed Alice e Jasper portano Bella a Phoenix con uno stratagemma degno di un bambino di seconda elementare: fanno trapelare che vanno a Phoenix, così il vampiro cattivo (James, che con 'sto nome nella vita faceva il maggiordomo) pensa che non si stiano sicuramente dirigendo lì per davvero. Complimentoni, che piano scaltro e intelligente! Infatti James (che con 'sto nome nella vita faceva anche l'agente segreto della Regina) ci mette un giorno a sganciarsi da Edward ed Emmet che provavano a braccarlo ed ammazzarlo, e due secondi a capire la fine strategia di Bella&Cullen SPA. Fa fare due ricerche alla sua collega che, tra la tinta e la messa in piega, scopre l'indirizzo di Bella a Phoenix, il numero di cellulare che sta usando, i filmini della comunione e la sua scuola di danza. Forte di queste informazioni James telefona a Bella, le fa credere di avere sua madre in ostaggio (che invece, ignara di tutto, era a Bora-Bora a fare gli scambi di coppia) e le ordina di andare da sola alla scuola di danza se vuole salvare sua madre.
E qui arriva il momento geniale.
All'angolo rosso: due vampiri centenari, velocissimi, fortissimi, una vede il futuro e l'altro avverte i cambiamenti di stati d'animo, determinati a proteggere Bella ad ogni costo, altrimenti Fratello Edward non gli parla più.
All'angolo blu: Bella, diciassettenne umana, anche abbastanza tonta, che deve sganciarsi dai suddetti.
Impossibile? Stolti. Bella si sgancia eccome, in modo dark e gotico: finge di andare in bagno e invece scappa su un autobus. E' vero. No, non sto scherzando. No, è vero!
Insomma, la nostra coraggiosa fanciullina arriva nella sala da ballo in cui James ha approntato una telecamera per fare un filmino autocelebrativo da mettere su you tube in cui spiega l'inganno per far vedere che è più furbo di tutti, e fa presente che si vuole mangiare Bella per fare in modo di combattere con Edward. Giusto cielo: James, ma ieri Edward non ti stava inseguendo? Ma se ci volevi combattere, a che pro fare tutte quelle messe? Sei scemo? Non chiediamoci nulla, proseguiamo, che è quasi finito. James si avventa lieto su Bella, la spacca, le morde la mano, lei sviene, MA... Tattarattà! Arrivano i nostri! La Cullen Family, che non si capisce come ha fatto ad arrivare lì, ma prendiamone atto, ammazza infine il vampiro cattivo e per fortuna che c'è il medico che presta a Bella il primo soccorso. E il morso del vampiro? Ma piccini, c'è Edward, che così come si fa coi morsi di vipera, succhia il sangue infetto previe pare mentali perché potrebbe non controllarsi e ucciderla, ma riuscirà alfine con la solita forza dell'Amore.
Bene, sono tutti felici e contenti, tranne Bella che voleva diventare vampiro per non invecchiare (come la capisco...) e star sempre sempre sempre per l'eternità appiccicata ad Edward (che annnnsia!), ed Edward che non vuole che lei si trasformi in mostro ed è combattuto perché la sua presenza la mette in costante pericolo, però la ama, però questo è un amore di contrabbando meglio star qui seduto a guardare il cielo davanti a me.
E a fine libro, con queste pare che preannunciano la tragggedia del secondo, tutti vanno al ballo di fine anno, e naturalmente sono i più fichi di tutti.
That's America, boys.
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streghetta

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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime7th Aprile 2010, 00:34

NEW MOON:::::::::::::::::::::::::::::::::

Il libro si apre con miele e petali di rosa, descrivendo il meraviglioso amore di Bella ed Edward che ora stanno insieme, sempre insieme, solo loro due, a sussurrarsi frasi d’amore, lui le compone persino le canzoncine al pianoforte… piccole quindicenni, non sospirate: questa è una galera!
Tra zucchero e luccichini, intanto, si avvicina il compleanno della nostra cara protagonista. All’idea di compiere diciotto anni, Bella è davvero triste. Dice che è troppo vecchia. Bella, ma vaff£&*?&%£$*°§?&%ç£$”§°*+*^?=)/(&/$&%£%$”%$£&%$/)/()=^?^è*éç*è^?^?==?())((//&$=())=/((&&/%%£$”()=*§çé^?==(&%$£$!!”||!£”$$%$&/%/%$$£%$&%/()=)((()(/?ç°ç*^?^=(//(&/%&%$%$£°ç*^??=)//(/&%&$%$$”$£%$%&/(&(/)/=… anf…anf…
Scusate… sto bene… è che su certi argomenti sono piuttosto suscettibile, sapete…
Comunque, dopo varie discussioni con Edward perché lei vuole diventare vampiro, se non altro per poter trombare, ma lui non vuole perché è convinto che i vampiri non abbiano l’anima, viene convinta a passare il compleanno in casa Cullen, dove le è stato preparato un super festone.
Alice, che come tutti ricorderanno si droga e non poco, ha trasformato la casa in un incubo, con palloncini rosa, mazzi di rose rosa, milioni di ceri da obitorio rosa, una gigantesca torta rosa (che, ricordiamo, può essere mangiata solo da Bella, praticamente uno schiaffo alla miseria) e i piatti in vetro rosa. Roba da far vergognare la casa di Barbie. Parte il carosello di auguri, felicitazioni e cori da stadio e poi, finalmente, Bella comincia a scartare i suoi pensierini, sennonché al secondo regaluccio da poco (il primo era l’autoradio) capita la tragggedia: si taglia con la carta.
Fa malissimo! Chiunque abbia provato questa terribile esperienza può capire il dramma di Bella in questo momento: è un male infido, un dolore acuto e vigliacco. Tutti i Cullen rabbrividiscono, ma su Jasper, troppo sensibile e non ancora addomesticato completamente, l’effetto è devastante: tira fuori i denti e scatta. Per fortuna c’è Edward, che per proteggerla la spinge sui piatti di vetro. Ma mettere i piatti di plastica no? No, la drogata ha messo UNA PILA DI PIATTI DI VETRO! E L’UNICA CHE PUO’ MANGIARE E’ BELLA! Dillo a zia, Alice: l’hai fatto apposta. Anche perchè tu lo sapevi che sarebbe capitato questo imprevisto, dato che vedi il futuro... simpaticona!
Ovviamente Bella si squarta un braccio e Jasper reagisce all’odore di sangue con l’aplomb di un ergastolano che si è trovato improvvisamente davanti ad un consesso di prostitute. Per fortuna ci pensa Emmet boy, che felice come un bambino si butta a menare il fratello mentre il dottor House porta Bella a medicarsi, bullandosi del suo autocontrollo davanti agli altri membri della famiglia a cui tocca allontanarsi uno alla volta. Edward compreso.
Questo incidente di percorso lascia il povero (ma sempre fighissimo) vampiro triste e tormentato, perché lui non è la persona giusta per lei, lui e la sua famiglia la mettono in pericolo, lui la ama ma deve andarsene e tutte le seghe mentali emo del caso, elucubrate comunque con una certa cupezza nell’affascinante sguardo profondo. Così, il nostro eroe decide che lascerà Bella perché la ama troppo, e dopo una prima, breve fase in cui cerca senza successo di farsi lasciare lui, prende una decisione terribile.
Sensibili gentildonne della giuria, questo momento è tragggico. Pausa di silenzio.
Edward porta Bella nella bosca, e le dice che la lascia. E’stato tutto molto bello ma è finita, addio e grazie per il pesce, dopodiché se ne va. Rapido e secco, come la ceretta.
Bella comunque la prende con una certa classe: si mette a vagolare a vanvera fino a che dal paese non partono gli elicotteri per cercarla, e viene infine ritrovata in stato catatonico da un tal Sam, uno degli indiani della riserva.
Qui parte il punto tragggicissssimo del libro, con una trovata letteraria degna di un’Eco, che dico, di un Manzoni: il nome del mese come titolo del capitolo, e poi la pagina bianca. Che meraviglioso momento di tristezza, quanta tragicità, quanti alberi che hanno fatto una morte inutile per esprimere questo tremendo vuoto interiore… cocca, ti ha lasciato il moroso! Cioè, capita a tutti, e nessuno fa una messa così!
Finchè un giorno il padre, che si è rotto le palle di avere una specie di zombie che gli barcolla per casa, la minaccia di rimandarla dalla madre. E Bella, che vuole rimanere a Forks perché non si sa mai che Edward decida di passare a fare un saluto, finge di riprendersi e telefona ad una compagna di scuola che le stava sulle balle per costringerla a vedere un film che data la descrizione era probabilmente “tre metri sopra il cielo” o una boiata analoga. Dopo il cinema, chissà perché, le due ragazze decidono di fare un giro nei vicoletti bui e, vedendo tre loschi figuri ubriachi davanti ad un bar dall’infima reputazione, Bella, che ha degli ormoni che si chiamano Tobi e Fufi e girano al guinzaglio, decide di andare a fargli ciao che chissà che non riesca a recuperare la serata, che il film faceva veramente schifo.
Qui Bella scopre una cosa splendida: quando è in pericolo comincia a sentire la voce di Edward che cerca di fermarla. E in questo caso contingente anche quella dell’amica, che finalmente riesce a schiodarla e riportarla a casa, e la cosa incredibile è che Bella nei libri successivi si chiede anche come mai questa tipa si sia incazzata con lei. Bella riserva sempre momenti meravigliosi. Bambini, in coro, diciamo grazie a Bella. Comunque, the show must go on.
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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime7th Aprile 2010, 00:35

Nel tentativo di uscire dalla depressione, e dato che giustamente i suoi compagni di scuola dopo sei mesi che non venivano cagati non la chiamano più, Bella decide di sfrancicare le palle a Jacob Black, l’indiano al centro della terra che a pagina due del primo libro le ha raccontato le leggende su vampiri e licantropi (c’erano anche i maghi, le fatine, i fantasmi e i demoni, ma lui non aveva i manuali).
Si procura due carcasse di moto dell’anteguerra e con quelle illovisce il povero ragazzo, che dato che ha il sogno di fare il meccanico della moto GP ci casca con tutte le scarpe.
L’amicizia tra i due può essere brevemente descritta in questi termini: Bella gliela fa annusare, lui che poverino ha quindici anni e fino a ieri faceva il nerd con i pezzi di ricambio dei motori si innamora di lei in trenta secondi, lei se ne accorge ma fa finta di no perché rischia di rimanere da sola proprio adesso che aveva trovato un coglione che le riempiva i pomeriggi della sua triste e vuota vita senza l’amato. Jack, povera anima, cosa vuoi che faccia (a parte le maratone di zaganelle con gli amici)? Nessuno gli ha insegnato la regola dell’amico, e così la porta a fare i giri in moto nella bosca, luogo in cui lei, che già è impedita di suo, si schianta ogni tre per due, ma è felice perché sente sempre la voce di Edward.
Ma la tragggedia è sempre dietro l’angolo: un giorno, Jack le confida che c’è un problema.
Ci sono dei suoi amici che da un momento all’altro, dopo essere spariti per qualche giorno, sono diventati super amici di Sam e girano sempre in branco, facendo cose come gettarsi nel mare gelido dalla scogliera altissima e girare seminudi in novembre. Ovviamente Bella non solo non campana una sega, ma liquida il problema fingendo che le dispiaccia anche se in realtà è palese che non può fregargliene di meno. Sennonché un giorno anche a Jack viene LA FEBBRA, dopo la quale sparisce e si imbranca con Sam, e Bella è disperata perché non sa più come passare i pomeriggi. Decide così di andare a camminar nel bosco, in quella famosa radura con gli uccellini e le farfalline dove Edward le aveva fatto vedere la sua luccicanza glitter.
Così, con una mantellina rossa e nel cestino una torta di mele per la nonna si avvia saltellando, quando, giunta colà, chi ti va a incontrare? Laurent, il vampiro gay del primo libro, che era in caccia nel bosco. E lei, signore e signori, che fa? Scappa? No! Si nasconde? No! Tira l’iniziativa? Ma suvvia, neanche! Lei lo saluta allegramente, bella vecchio, da quanto tempo, come va e come non va, che bocca grande che hai! A lui non pare vero. E’ convinto che sia una candid, cerca le telecamere, dice ai suoi amici di non fare i pirla che tanto lo sa che sono lì. Poi capisce che ha a che fare con un’emerita idiota, e si congratula con lei: se la mangerà in modo tranquillo e veloce. Tiene comunque ad informarla che a darle la caccia in realtà è Victoria, la terza vampira del primo libro, incazzatissima perché il parrucchiere le ha clamorosamente sbagliato la tinta e, en passant, perché dato che Edward ha ucciso James che era il suo moroso adesso per puntiglio lei vuole uccidere Bella, così sono pari. Le congratulazioni di Laurent erano perché Victoria aveva giurato che prima di ucciderla le avrebbe fatto cose terribili, la prima delle quali era portarla dallo stesso parrucchiere che aveva fatto i capelli a lei, ma lui le avrebbe risparmiato tutto ciò perché la mamma gli diceva sempre che quando si mangia non si gioca. Fa quindi per scagliarsi contro la povera Bella quando…
Ta-daaan! Cinque strani lupi, molto più grossi del normale, che stanno su due zampe e si muovono in schieramento, attaccano il povero vampiro gay non prima che uno di essi le abbia fatto cenno di scappare.
E signori miei, incredibile ma vero: Bella ancora non campana.
Dopo questo evento si sforza di riprendere i contatti con l’amico Jacob perché passare i pomeriggi guardando canale 5 e contemporaneamente pensare ad Edward è veramente mortale. In circa quindici giorni che non si vedevano Jack si è miracolosamente tramutato in un truzzo alto e muscoloso vestito come un tronista di Maria de Filippi. Durante l’esterna non è se stesso, e Bella si dispiace di ciò, ma lui in un lampo d’amore le confida che non può raccontarle cosa gli è successo, ma a pensarci bene lei lo sa già e ci può benissimo arrivare da sola. Zero. Le dice di ricordarsi di ciò di cui hanno parlato a pagina due del primo libro. Zero. Si mette ad ululare alla luna. Zero. Le mostra il manuale di “Werewolf: the Apocalypse”, ma Bella gli dice di smettere di fare il nerd e torna a casa sconsolata perché non ha capito.

[Inciso: siamo in un ambulatorio. Bella è su un lettino, con degli elettrodi attaccati alla fronte. Il dottor Carlisle House le si affaccenda intorno.
Edward, preoccupato: -Oh, no, papà, sta morendo! Il suo elettroencefalogramma è piatto!-
Carlisle: -Stai tranquillo figliolo… mi sa che abbiamo risolto il mistero del perché non riesci a leggere nella sua mente…-]

Ore e ore dopo, nel silenzio della sua cameretta, Dio che è pietoso e ama tutti i suoi figli le manda l’illuminazione e Bella finalmente comprende il colpo di scena più telefonato della storia della letteratura: Jacob Black è un licantropo! Sorpresi, eh?
Intanto però Victoria, la vampira cattiva (cioè, cattiva, normale!) vagola intorno a casa di Bella, per fortuna fermata dai licantropi che non possono tollerare nel loro territorio la presenza di vampiri che non vendano alcoolici e perline colorate alla gente della riserva, come faceva secondo patti centenari la famiglia Cullen. Nonostante ciò, com’è come non è, un giorno Bella ha una nuova ideona per passare il pomeriggio: fare i tuffi dalla scogliera.
Allora: la scogliera è alta trenta metri, è inverno, fa un freddo birichino, sta arrivando una tempesta quindi il mare è mosso, c’è una vampira in giro che la vuole uccidere… ma perché perdersi dietro tali quisquiglie? La bella Bella, felice di sentire la voce di Edward, esegue un magnifico doppio carpiato con avvitamento e finisce in acqua.

[-Papà, davvero… qui c’è solo una lunga e ininterrotta linea orizzontale!-
-Tranquillo Edward… è viva, ti dico!-]

Lì si rende conto che l’acqua è gelida, la corrente la trascina via ed una donna con degli assurdi capelli color arancione schietto sta allegramente nuotando a farfalla verso di lei. Nel vedere quella tinta orribile, Bella perde i sensi.
Si riprende in casa di Jacob, con lui che le racconta di averla vista saltare e di essere andato a salvarla, mettendo in fuga Victoria prima che la trascinasse dal famigerato coiffeur. Mentre la riporta a casa Bella, accarezzando distrattamente Bobi e Fufi, comincia a pensare che amerà Edward per sempre, non sia mai, ma se proprio lui non dovesse tornare alla fin fine ‘sto truzzetto ha messo su un afrore da vero uomo che lèvati. Ma purtroppo per il nostro tronista a casa di Bella c’è Alice la drogata, preoccupatissima per aver avuto la visione di Bella che si buttava dalla scogliera con tutta la canapa in tasca. A causa di una serie di equivoci in cui c’entrano un amico del padre di Bella a cui è venuto un colpo (pare dopo aver visto i capelli di Victoria), la sorella Barbie Rosalie Cullen, Jack il tronista e Ridge di Beautiful, Edward ha creduto che Bella fosse morta suicida e quindi, da bravo eroe romantico, ha pensato di morire anch’egli giacché la vita senza la sua amata non valeva la pena di esser vissuta.
Dio, che scontato.
La drogata spiega così che secondo le sue visioni Edward si è recato in Toscana disperato e, dopo una breve deviazione agli Uffizi e al Campo dei Miracoli perché son cose che almeno una volta nella vita vanno viste, si è presentato al cospetto della terribile famiglia dei Volturi, risiedente a Volterra e capeggiata da tre millenari vampiri etruschi (ma col nome romano) per chiedergli se per piacere potevano ucciderlo dato che gli era morta la morosa, o meglio la ex che lui aveva lasciato perché l’amava troppo. I tre erano scoppiati a ridere dandogli grandi pacche sulle spalle ma, una volta capito che non scherzava, avevano deciso di non ucciderlo in quanto vecchi compagni di merende di Carlisle che se gli ammazzavano il figlio non giocava più con loro.
Allora Edward, fermo nel suo disperato proposito, aveva deciso di fare qualcosa che lo rivelasse come vampiro proprio lì a Volterra, in modo da essere ucciso per aver infranto la regola della segretezza dell’ esistenza dei vampiri. Solo che doveva decidere cosa perché insomma, lui è Edward IL FIGO, non può mica fare le robe così alla boia del porco, non è fashion, e questa sua indecisione dà tempo a Bella ed Alice di provare a raggiungerlo per farlo desistere mostrandogli che la sua amata, purtroppo, è viva e vegeta. E così, nel tentativo di fermare Edward nei suoi propositi suicidi, a pagina 300 comincia l’azione e si parte per Volterra.
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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime7th Aprile 2010, 00:36

Alice non riesce a capire bene cosa vuol fare Edward per infrangere il segreto segretissimo; pare però che infine l’indeciso vampiro decida di esporsi al sole a mezzogiorno in piazza durante la festa del patrono in posa da David di Michelangelo, perchè morire sì, ma siamo vampiri, sempre con un certo fascino. Quindi si tratta di arrivare in loco prima di mezzogiorno, ed ovviamente i tempi sono strettissimi.
Ma niente paura amici: appena giunta all’aeroporto Alice pensa bene di arrivare a Volterra a bordo di una velocissima Porche gialla rubata lì per lì e che probabilmente apparteneva a Briatore, dato che nessuno la reclamerà mai più. Bella teme i posti di blocco, ma la drogata ribatte furbescamente che lei guida più veloce della polizia. Alice. Amore di mamma. Il posto di blocco lo mettono davanti a te, per bloccarti, sennò si chiama inseguimento. Cosa cavolo c’entra la tua velocità?
Comunque, Alice saetta per la campagna toscana ai trecento, e così in un quarto d’ora giungono a destinazione.
Chiaramente essendoci la festa del patrono c’è una fila della madonna. Ma la nostra adorata Sorella del Protagonista Fighissimo pensa bene di fare la napoletana sorpassando la fila da destra e dando persino dei soldi al vigile per farle entrare nella zona pedonale. Poi però c’è troppa gente, e Bella è costretta a scalare giù e fare a piedi quei venti metri che la separano dal suo amato; impresa difficilissima per una come Bella, che ogni tre passi rischia seriamente di fare una fine orribile, traggica e decadente scivolando sui sampietrini stronzi tipo Benny Hill.
Parentesi. Le due hanno, nell’ordine: rubato una macchina, superato tutti i limiti di velocità dell’universo e corrotto un pubblico ufficiale. E non succede niente. Si vede che questa parte è ambientata in Italia!
Ma proseguiamo, che vi vedo tutte lì col fiato sospeso ed il cuore in subbuglio. Corri, Bella, corri, che l’orologio della piazza ha battuto la sua ora! Indovinate un po’?
All’ultimissimo istante, quando Edward sta già per mettere il suo corpicino luccicante e con ogni probabilità desnudo sotto gli occhi di tutti, Bella riesce a fermarlo. Lui crede di essere in paradiso e comincia a rivedere lì per lì le sue teorie sull’anima, quando da dietro una voce lo chiama:
-Ovvia sant’Agostino della maremma ladra, vieni via di lì che rischi di luccihare deh, budello di tu’madre morta, e copriti he ci sono dei bambini, boia deh!-. Edward si volta e si trova a tu per tu con le terribili e darkettonissime guardie dei Volturi: una coppia gay e Jane, una prostituta rumena dodicenne vampirizzata tanto per fare.
Il nostro Bellobellobello bello in modo assurdo spiega che c’era stato un equivoco, non voleva morire più, ringraziava per la cortese attenzione ma ora sarebbe tornato a casa portandosi appresso la morosa che lo guardava adorante, stile cane sull'autostrada che ha ritrovato il padrone. In quel mentre arriva anche Alice con in mano uno strano foglio di francobolli e neanche una cartolina, ma nonostante si sia tutto concluso a tarallucci e vino i tre vengono, diciamo, caldamente consigliati di passare almeno a salutare uno dei capi dei Volturi che ci tiene tanto e se non passano a bersi un bicchiere si offende. Ai Cullen brother&Bella non resta che accettare.
Al luogo ove risiedono i Volturi, millenari vampiri che hanno influenza su tutto il mondo, si accede da un’entrata grandiosa che incute timore e rispetto verso questa terribile famiglia, un’entrata che è quasi metafora di tutto ciò che essi rappresentano: un tombino.
La compagnia si cala nelle fogne, salutata da quattro grandi tartarughe antropomorfe che mangiano la pizza, fin quando finalmente si arriva in stanze normali ricevuti dalla segretaria Gianna (sic!) che aveva un coccodrillo e un dottore, e che li fa entrare in un'altra sala al cospetto di uno dei tre capoccia: il tremendo Aro.
Aro è tutto bianco, pelle bianca, capelli bianchi, ha persino una strana polvere bianca sul naso, che Alice nota subito. E’ euforico e felicione, il simpa della cumpa, bacia in bocca la dodicenne Jane, si mostra entusiasta di vedere i nostri tre fanciulli e li tratta come se fossero amici dai tempi delle elementari: li fa accomodare nel privè, sciabola il Moët e manda a chiamare Caio e Marcus perché partecipino al festino. I due etruschi dal nome romano arrivano rassegnati, strascicandi i piedi e borbottandosi cose che suonano vagamente come “Ha tirato di coca anche oggi, vero?”. Alice è a suo agio, chissà come mai.
A quel punto, dopo lo spettacolo di nani e ballerine, il millenario drogato chiede ai tre di fargli vedere i poteri; già, perché anche Aro, come Edward, legge i pensieri della gente, solo che deve poter toccare il soggetto (il master ha deciso così perché sennò era troppo sgravo; però li legge molto meglio di Edward perché comunque Aro è di sesta generazione).
Prova a toccare la bella Bella e il risultato è sempre il medesimo; anche qui nessuno pensa all’elettroencefalogramma piatto, stupore generale. Trasecolato, Aro si gioca la carta della dodicenne rumena, che è in grado, con un solo sguardo, di farti rotolare in terra dal dolore spedendoti nella mente immagini di “Amici di Maria de Filippi”: Edward che è artista si contorce urlando, Bella ancora una volta non fa una piega, ma si sforza di mantenere uno sguardo intelligente per ingannare i più.
A quel punto Aro (che è anche lui amico di maria, ma non de Filippi) offre ai tre un lavoro fisso nel suo circolo di fenomeni da baraccone, che però i Cullen declinano con eleganza. Il drogato non fa una piega, manda i suoi saluti a Carlisle e poi, con una certa nonchalance, butta lì che comunque Bella rimarrà dov’è, dato che è un’ umana che conosce l’esistenza dei vampiri e quindi infrange le regole che lui stesso ha creato. I tre ci rimangono stronzi mentre i Volturi canticchiano -Siamo i cattivi! Siamo i cattivi!- ed Edward inscena su due piedi una tragedia napoletana.
Ma per fortuna Alice risolve i problemi, facendosi leggere i pensieri da Aro e mostrandogli così le sue visioni, nell’ordine: il fatto che Bella diventerà vampiro entro il quarto libro quindi non c’è nulla da temere, quale squadra vince il campionato di calcio, e lo spacciatore prediletto dal Volturo che muore dissanguato nel caso in cui Bella non torni a casa sana e salva. Dato questo argomento risolutivo il millenario vampiro non può che lasciarli andare tra lo scontento generale, avvertendoli però che saranno tenuti d’occhio.
Uscendo, il trio si imbatte nell’addetta catering dei Volturi: tal Heidi, che dato il nome e l’abbigliamento in vita faceva la pornostar, seguita da una comitiva di giapponesi e tedeschi perché Aro dava una cena fusion che quest’anno va un casino. Bella rimane sconvolta dalla crudeltà di questi vampiri e dai loro gusti alimentari, e tra le lacrime chiede ad Edward se il sapore del loro sangue, mischiato, è tipo wurstel col pesce crudo sopra. Lui non le risponde, ma a parlare bastano il suo sguardo e le urla che provengono dalla sala, che non sono le vittime ma i vampiri disgustati.
Ladies e Gentlemen, si arriva dunque alla fine… vi risparmierò le ultime pagine di “io ti amo” “no io di più” “sei tornato per sempre?” “certo piccioncino mio, ho fatto un errore, ora non me ne andrò mai più!” “allora trombiamo?” “no, non si può… Bobi, Fufi, cuccia belli, seduti!” e via così.
Alla fine, Edward trova un compromesso: lui la trasformerà, dato che hanno fatto giurin giuretta ad Aro quindi bisogna farlo comunque, a patto che lei lo sposi.
Onorevoli gentildonne della giuria, colpo di scena: in quanto scioccata dal divorzio dei suoi, Bella rifiuta. Però lo ama, vuol stare sempre con lui, vuol diventare vampiro per star con lui in eterno. Vi prego… qualcuno mi spiega che cacchio di differenza c’è?
A questo punto, il libro finisce… ma non ci stiamo dimenticando qualcuno? Jack il tronista! Che dopo aver fatto da tappetino tutto il libro decide che lui non ci sta a questo gioco al massacro e va a dire al padre di Bella, già incazzato come un puma perché la figlia ha pianto miseria un anno poi per la seconda volta si riprende l’ex come nulla fosse, roba che in confronto la morosa del Joker è un esempio di dignità femminile, che la suddetta faceva la pirla con le motociclette nella bosca. Il padre mura Bella in casa, Edward se ne sbatte perché tanto entra dalla finestra, a Jack non rimane che espandere il suo territorio pisciando su tutti gli alberi del bosco.
Larga la foglia, stretta la via, ad Aro piacciono la coca e la maria.


FINE (^_^) (^_^)
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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime7th Aprile 2010, 00:43

Maledetta Meyer
- Ehy?

- Dimmi, mia Bella.

- Bè…

Tentennare è la sua grande abilità.
Tentenna in qualsiasi situazione: camminando, conversando, scrivendo.
Molte volte credo che soffra di Displasia.
E, più volte, percepisco la strana sensazione di parlare con una impedita, affetta da gravi disturbi mentali.

- Ascoltami.

- Ehm, lo sto già facendo.

E, ancor più volte, non è solo una Sensazione. Comincio a credere che sia realmente così.

- Uh, bene. Da parecchi giorni mi ossessiono. Una domanda mi percuote, l’anima, il cuore. Cerco di trovare una risposta, ma con pochi risultati. E’ una foresta nella quale cerco un’uscita, una luce…

Bene. Pronto a sorbirmi la melodrammatica pantomima di questa complessata, rifletto su quante possibilità ci sono, di poterle chiudere la Bocca.
Varie opzioni mi si presentarono:

1. Farle bere del detersivo. Stupida com’è, non sospetterebbe nulla.

2. Ficcarle in bocca, la mela rossa d’un libro dal nome: “Twghlt” o “roba del genere”.
La protagonista le somiglia parecchio: entrambe deformate psicologiche, con la mania per Shakespeare, e conosciute come Cimetempestosefilomani.

3. Propinargli la scusa dell’ “Incompreso” e dell’”Assetato”, così da spaventarla e farla scappare. Se mostro i denti da vampiro, andrebbe via prima.

4. Legarla con il nastro rosso d’un altro libro chiamato: “Epilessia” o “roba del genere”.
Ah, a momenti, me ne verrà un attacco.

5. Darla in pasto ai Licantropi. Ottima idea.

6. E se la regalassi a Victoria per il suo compleanno imminente? Ne sarebbe contenta.

7. Rosalie potrebbe farla fuori senza difficoltà. Devo chiederle questo favore.
Oddio, mi stava guardando in cagnesco. E’ opportuno tornare ad ascoltarla. Non scalpito dalla voglia di sorbirmi la crisi isterica della “tizia qui”.

- - Bè, questo tormento è incessante. Insomma, siamo insieme tutto il giorno. La notte mi guardi dormire.

Si, più che altro russare. Non capisco perché mi disturbo tanto. Guardare un forno microonde risulterebbe essere una visione molto più allettante.

- Ed è difficile capire l’enigma. Che dolore.

Ora dovrei abbracciarla e rincuorarla?
Non è che sia una prospettiva invitante. Insomma inspirerei quel suo “profumostomachevolediFresiaemandarinomistoallavanigliaecioccolataconunpizzicodipannaecilieginecometoccofinale”. Che deplorevole disgusto.
Meglio abbozzarle un sorrisetto comprensivo.

- Bè, sono stanca di tormentarmi. Voglio chiedertelo, nonostante sia una domanda tanto difficile e incredibilmente complessa. E non credo che tu riesca a trovarvi soluzione, eppure tenterò, mio amato cavaliere dall’armatura splendente e dal fiero puledro col quale t’accompagni.

- Ehm, sbagli epoca. Siamo nel 2000, non nel Medioevo.

- Oh, non sei un Principe?

- No, Bella. Sono un Vampiro.

- Ah, ecco perché il tuo cavallo non mi ascoltava. Dev’essere morto. E’ passato così tanto d’allora.

- No, Bella. Quella era una scopa, non un cavallo.

- Ah…

Bene. Doppia conferma. Come ho potuto scegliere una ragazza del genere? Il colpevole ci dev’essere. Si, maledetta Meyer. Chi sia non mi sovviene, ma è lei la ragione di tutto.

- Dunque, qual è la Domanda?

- Ah, giusto. Ehm…Com’è che ti chiami?

- Questa sarebbe la domanda?

- Già. E’ difficilissima. Lo so! E vabbè, c’abbiamo provato.

Scrolla le spalle, e si volta, delusa.
Che strazio: Maledetta Meyer!
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..: Riscriviamo la Storia :..

Ovvero, quello che avrebbe dovuto fare Edward Cullen in New Moon
invece di piangersi addosso



Seduto su un tronco, Edward Cullen fissava l’orizzonte, senza vederlo realmente.
Si sentiva piuttosto depresso. Quello che maggiormente aveva temuto si era alla fine verificato: la sua natura aveva messo Bella in pericolo.
Non gli restava altra scelta se non quella di abbandonarla. Se ne sarebbe andato per sempre, lasciandola libera di vivere la sua vita. Sarebbe scomparso, vivendo il resto della sua immortale esistenza nell’assenza, nella mancanza e nella perdita, come uno di quei personaggi che costellano la letteratura Ottocentesca.*
Ma una volta arrivato a quel punto del ragionamento, un bronzeo sopracciglio partì per la tangente.
Un momento!
Perché mai un vampiro secolare e figo come lui avrebbe dovuto fare una scelta del genere?
Era profondamente degradante, nonché priva di qualsiasi senso logico.
No, no, no, no!
Esistevano ben altre soluzioni.
Detto, fatto.
Alzatosi con impeto, il secolare nonché figo vampiro si lanciò verso casa, alla ricerca di uno dei suoi degeneri fratelli.
Giunto a destinazione, si trovò di fronte Jasper, devastato e, se era possibile, ancora più depresso di quanto lo fosse stato lui fino a pochi minuti prima.
Al che, afferrato il biondo vampiro per il bavero (lo so, stiamo parlando di Edward Cullen, ma ricordatevi l’apporto fondamentale del testosterone!) cominciò il suo bel discorsetto.
«Jazz, fratello mio, so quanto sia difficile per te resistere al sangue umano. Non credere che non lo sappia! Ma la prossima volta che tenti di saltare addosso alla mia ragazza ti spezzo le gambe! Mi sono spiegato?! Un po’ di auto controllo! Disciplina, che diamine! Anche perché non sei tu quello che dopo se la deve dare a gambe per “lasciarle vivere la sua vita”! Mi toccherebbe andare a vivere a Rio de Janeiro per il resto della mia esistenza, e a me l’America Latina neanche piace! Come se questo non bastasse, là c’è un sole che spacca le pietre e così non potrei uscire neanche di striscio! Quindi fai il bravo, va bene?! E porco chicco!!»
Jasper lo guardò stralunato. «Porco chicco?**»
«Non interrompermi! E poi che diavolo vorrebbe dire “lasciarle vivere la sua vita”? Quella deficiente ne approfitterebbe subito per andare a fare un po’ di motocross – non è neanche capace di camminare in linea retta senza schiantarsi e si va a prendere una moto?! – o a saltare giù dalla prima scogliera che incontra! Per non parlare del fatto che non appena mi volto un attimo, si va ad innamorare del primo cagnaccio pulcioso che le passa davanti! Così poi mi toccherà essere comprensivo: “Ma no, Bella, non ti preoccupare. Non me la prendo se alla prima occasione scappi a La Push in mezzo ad un branco di licantropi adolescenti il cui unico obiettivo nella vita è quello di scoprire chi riesce a fare più flessioni!” Oppure: “ L’hai baciato? Di tua volontà? No, Bella, non sono arrabbiato. La tua reazione è umana e perfettamente normale e ragionevole e poi, ricordiamolo, questa storia è tutta colpa mia!” Che è uno scherzo?! D’accordo essere un gentiluomo, ma qui mi si sta prendendo un po’ troppo per i fondelli, mi sembra! Gentiluomo non vuol dire imbecille, maledizione!»
Per riprendere un po’ di quel fiato che ormai non aveva più, Edward si fermò qualche secondo.
Proprio in quel momento, il resto della sua famiglia uscì di casa.
Lasciando andare Jasper di botto, il vampiro puntò un dito accusatore contro Alice.
«Tu! Non voglio più sentire parlare di premonizioni, d’accordo?! E se per caso dovessi vedere una scogliera o qualsiasi cosa ci vada vicino, IGNORALA!»
Poi il suo sguardo si fermò su Rosalie.
«E tu! Sorella degenere! La prossima volta che senti l’impellente bisogno di telefonarmi, trattieniti! Poi mi toccherebbe andare in Italia a suicidarmi! Piuttosto uccido prima te e poi quell’altra che ha avuto la brillante idea di buttarsi giù da una scogliera con il mare in tempesta!!»
Ed infine i suoi occhi si posarono sul suo vero amore, l’altra metà del cielo, l’amore della sua esistenza, etc.
«TU! No! Non ti prenderò un cane neanche morto!*** Dovrai passare prima sul mio cadavere! L’unica cosa che puoi fare è sperare in un gatto. Ma niente cani! Mai e poi mai!!»
E così, finalmente terminata la sua sfuriata, Edward Cullen girò i tacchi e se ne andò a caccia nella foresta, lasciandosi alle spalle un silenzio attonito ed una famiglia completamente sconvolta.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

*Nel frattempo, in una sconosciuta palestra degli Stati Uniti*
Dopo un ultimo sbuffo di fatica, Taylor Lautner posò il bilanciere sul sostegno, con l’intenzione di prendersi un po’ di meritato riposo.
In quel momento, il suo cellulare suonò.
«Pronto? Sì, sono in palestra. Come? Che significa che non se ne fa nulla? Ma… Il film è stato sospeso? Perché?! Cosa vuol dire che c’è stato un cambiamento nella trama?! Cosa? Mi stai dicendo che mi sono allenato tutti i giorni come un matto, spaccandomi la schiena e diventando più figo di quanto non fossi mai stato, per niente?!» pausa. «CHE DIAVOLO VUOL DIRE “SÍ”?!! Un momento, tu sei il mio manager, fai qualcosa! Mi hai capito?… Ehi, pronto? Pronto?! EHI!!»
Le luci della palestra deserta si spensero di colpo.
«Fantastico. Ci mancava solo questo…»
Sipario.
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QUESTA NON E' DIVERTENTE ....+ sentimentale,direi.....MA CI TENEVO KE LA LEGGESTE XKE ' E' BELLIXIMA.... E DETTO DA ME KE NN HO PARTICOLARI ASCENDENTI X JACOB::::::::::::::: buona lettura.... (^_^)


___________37 gradi_______________

- Adesso si fa sul serio – Bella, ancora ridendo, sollevò la lattina di birra e in un sol sorso ingollò quel che restava della bevanda sgasata. Deglutì con una smorfia, mentre si chinava in avanti per depositare il cilindro di latta sul bordo del tavolo.
Sopra di esso imperava il disordine. Fogli, penne, bicchieri, residui di cibo e tovaglioli accartocciati erano sparpagliati ovunque in un marasma confuso che circondava quattro cartoni di pizza. Un rivolo d’olio gocciolava da uno di essi sugli appunti di fisica e del pomodoro era stato distrattamente spalmato sulla copertina lucida di un plico che doveva appartenere a suo padre.
Charlie non avrebbe apprezzato, notò Bella, registrando quel particolare appena ai margini dell’attenzione, mentre recuperava il libro di fisica dal pavimento.
Jacob intuì all’istante le sue intenzioni. – Fobbiamo pfopfio? – domandò, masticando l’ultimo pezzo di un bordo di pizza.
Bella lanciò un’occhiata di sbieco al ragazzo seduto accanto a lei, che nel frattempo si stava sfregando le mani per scrollare i granelli di cibo. – Sì che dobbiamo – gli rispose, cercando di risultare convincente, benché la sua scarsissima imponenza fisica non le facesse certo acquistare punti. Grazie alla sua statura, Jacob riusciva a troneggiare su di lei anche da seduti e il fatto che fosse semi addossato al suo fianco e che la circondasse con un braccio posato sullo schienale appena dietro la sua testa non l’aiutava ad attenuare la sensazione di essere una lillipuziana accanto a Gulliver.
– Ma ci stavamo divertendo – protestò, sfoderando l’espressione implorante più persuasiva del suo repertorio. Bella inclinò il capo di lato e distolse lo sguardo, per nascondergli la sua quasi nulla capacità di resistergli.
– Jake, non conosco nessuno che abbia preso zero e mezzo ad un compito, oltre te. –
Jacob sorrise orgoglioso, strofinando le unghie sulla maglietta, ma non ebbe il tempo di soffiarvici sopra che Bella gli aveva già piantato una gomitata sul fianco. – Non è qualcosa di cui ci si possa vantare, scemo – lo rimproverò, con un mezzo sorriso che tradiva il suo tentativo di mostrarsi seria.
- Ah no? –
- No. –
- Ma non è da tutti sbagliare a copiare il testo dell’esercizio e consegnare il foglio senza nient’altro. –
- In effetti, ha del portentoso – gli concesse.
- Lo so, sono un talento – Jacob allungò anche l’altro braccio sullo schienale e inclinò la testa verso di lei, con un sorriso impenitente sul volto. - Questa sera danno un film di mummie che camminano per strada cavando gli occhi alla gente. Sembra figo – disse ancora, dopo pochi istanti.
- Non indurre in tentazione una giovane adulta assennata, Jake. Io sono più grande di te… - Bella sventolò l’indice sotto il naso di Jacob, con un ghigno sornione sulle labbra - …e quindi sono responsabile della tua educazione. –
Jacob sorrise amabilmente, senza scomporsi. – L’età anagrafica non conta. Io dimostro ben trentotto anni, il che significa che sono sei anni più maturo di te. –
- Quando e perché li hai aggiunti gli ultimi tre, imbroglione? – Bella gli assestò un pugno sulla spalla, col solo risultato di farsi male alle nocche.
- Precisamente adesso. Neanche Spongebob tira pugni peggio di te! – il sorriso di Jacob si allargò spudoratamente, incurante del suo disappunto.
- Sei un… un… un imbecille – brontolò Bella, frustrata per non aver trovato un insulto migliore, mentre massaggiava mestamente la mano con cui lo aveva colpito. Jacob, allora, abbandonò ogni freno e rise apertamente, nel suo modo sguaiato, avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle. Bella lo guardò piccata dal basso, ma quella finta arrabbiatura, che non era nemmeno brava a simulare, abbandonò presto il suo viso. Tutta colpa di Jacob e della sua allegria contagiosa.
In men che non si dica, si ritrovò a ridere anche lei, senza sapere bene perché, e il soggiorno venne riempito dei loro schiamazzi. Bella spintonò Jacob, facendolo scivolare per lungo sul divano, ma lui la strattonò per un braccio trascinandola sopra di sé. Stravaccati su quel divano troppo piccolo, con le mani premute contro la pancia e i corpi che si toccavano, e intrecciavano, e addossavano senza difficoltà, come incastrandosi l’uno con l’altro in una complementarietà perfetta quanto misteriosa, Jacob e Bella non erano mai stati così umani e così identici.
- Ci guardiamo il film! – esclamò Jacob all’improvviso, esultante, già col braccio teso verso il telecomando.
- No, no, no, no, no! – Bella, tra le risa che scemavano, gli arpionò le spalle con entrambe le mani e lo fece cadere nuovamente supino sul divano. - Non sarò responsabile del tuo cattivo rendimento scolastico – disse, mentre raccoglieva il libro che era stato scalzato per terra. Jacob unì le dita a mo’ di pistola, puntò la canna formata dall’indice e il medio alle tempie e mimò il suono di uno sparo. Bella gli diede un pizzicotto sulla gamba, mentre lui si accasciava tra i cuscini a peso morto, fingendosi cadavere.
- Dai, pezzo d’asino, studiamo – lo spronò, aprendo il libro alla pagina che riportava in cima la scritta “Termodinamica”. Jacob si levò a sedere stancamente, emettendo un sospiro rassegnato.
- Dove eravamo rimasti? Ah sì… - Bella tossicchiò per schiarirsi la voce. - Quando sussiste una differenza di temperatura tra due sistemi, il calore tende a muoversi dal sistema a temperatura più alta al sistema a temperatura più bassa – Jacob, a spalle curve e gomiti piantati sulle ginocchia, giocava con un bicchiere di plastica appena recuperato dal tavolo, facendolo ruotare tra i palmi. Bella lo guardò con la coda dell’occhio. – Quando i due sistemi raggiungono la stessa temperatura, si dicono in equilibrio termodina… – Jacob strizzò il bicchiere tra le mani e il rumore della plastica coprì quello delle parole di Bella. - E dai, mi stai ascoltando? – esclamò.
- Certo certo – rispose Jacob, dandole l’assoluta conferma che non lo stesse facendo affatto.
– Ripeti quello che ho detto – lo sfidò, incrociando le braccia sul petto.
Jacob increspò le sopracciglia e si grattò la nuca, nel classico atteggiamento da “passo alla domanda successiva”. – Hai detto che… —
- …se due corpi a temperatura differente sono posti a contatto, il calore tende a trasferirsi da quello più caldo a quello più freddo – dice Jacob, quasi parlando a se stesso.
Bella si volta appena, perplessa, e attende in silenzio che l’altro le spieghi.
I profili dei loro corpi ritagliano sagome scure nel cielo terso sopra la collina. Jacob, con le mani infilate nelle tasche dei jeans, smuove distrattamente il terriccio ai suoi piedi, sporcando la punta della scarpa da tennis. Bella si staglia immobile come una statua di marmo e annega lo sguardo nella nebbia. Una brezza leggera accarezza entrambi, la vampira e il licantropo, coprendo la distanza che li separa.
- Ma non mi dire. Questa sì che è una scoperta – commenta infine, sarcastica, una volta appurato che Jacob non seguitava a fornirle spiegazioni.
Jacob scrolla le spalle, noncurante, e fa schioccare la lingua. – Banale, vero? La cosa incredibile è che lo scrivono sui libri di scuola e che qualcuno insiste pure a fartelo studiare – Il suo sguardo ha del canzonatorio, adesso. Bella lo ricambia, confusa. Impiega qualche secondo per cogliere l’allusione, poi, non appena ricorda, sbuffa dal naso e sorride con le belle labbra perlacee.
E’ stato quasi un secolo prima.
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- Cento anni – aveva constatato Jacob il pomeriggio di quel tredici settembre, squadrandola dall’alto in basso con sguardo analitico. – Caspita se li porti bene, nonna. –
Dicendolo, aveva atteggiato la bocca in una smorfia di apprezzamento che aveva indotto Bella a roteare gli occhi.
- Taci, novantottenne, non sei nella posizione idonea per giudicare. –
Entrambi avevano riso, di quelle risate simili a borbottii che muoiono prima di arrivare agli occhi e sono destinate ad affogare nei silenzi. Jacob aveva incurvato le spalle e si era dondolato sulle gambe, mentre Bella era rimasta immobile, congelata nella propria stasi senza tempo.
Quel giorno, come tutti i tredici settembre d’ogni anno, i Cullen erano usciti per una battuta di caccia senza chiedere a Bella se intendesse venire con loro. Era una tradizione, frutto di un tacito accordo mai reso esplicito, una forma di rispetto discreto che ciascun membro della famiglia riserbava agli altri il giorno del loro compleanno, consapevoli che le ricorrenze portano spesso in seno la nostalgia verso ciò che onorano: nel caso del compleanno, per un vampiro, gli anni che non ha vissuto.
In verità, gli unici beneficiari di quel gesto ad avere qualcosa da rimpiangere e a necessitare, dunque, della sola compagnia dei propri fantasmi, erano Edward, Rosalie e, negli ultimi anni, Bella.
Non era stato così fin dapprincipio. I primi tempi, Bella aveva seguito i propri familiari acquisiti non appena si erano apprestati ad uscire di casa. Non c’era mai stato bisogno di spiegare. Il giorno del proprio compleanno, ciascuno decideva se andare con gli altri o restare solo, certo che, in un modo o nell’altro, i propri cari avrebbero capito. Quello era il significato del patto.
Dal giorno della propria trasformazione, Bella aveva imparato a coesistere con la consapevolezza di aver abdicato alla vita per abbracciare un’esistenza da immortale. Gradualmente, da quando il seme di quella decisione si era impiantato dentro di lei e mentre germogliava lentamente, come nutrito dall’amore per Edward, sino ad affondare saldamente le proprie radici nella sua coscienza, Bella si era abituata all’idea di rinunciare al mondo a cui apparteneva e alla propria natura umana per tramutare se stessa in qualcosa di diverso. Quello che non aveva calcolato, la realtà che aveva dimenticato di includere nei propri conti, era la cruda constatazione che, anche dopo la sua morte, altri avrebbero continuato a vivere. Quella consapevolezza l’aveva raggiunta solo molto tempo dopo dal punto di non ritorno, quando recriminare era ormai inutile.
Era stata la scomparsa di Charlie a farle aprire gli occhi. Cristallizzata nella propria realtà senza tempo, indifferente ai cambi di stagione, al succedersi dei mesi o al passare degli anni, aveva perso dimestichezza con una cosa tanto umana qual è il fatto di doversi rapportare al cambiamento. Mentre lei permaneva nella propria staticità, il mondo attorno a lei cresceva, invecchiava, si rinnovava, adattava e trasformava, dinamicamente, come aveva sempre fatto. D’improvviso, i margini della propria visuale si erano ampliati, oltrepassando gli argini costretti del mondo sovrannaturale al quale adesso apparteneva, e Bella aveva scoperto cos’erano davvero gli immortali: nient’altro che bolle d’aria nelle profondità del mare, parentesi d’eternità immerse nel flusso della vita che, dal proprio angolo impermeabile, avrebbero potuto solo osservare e non più avervi parte.
Il primo compleanno in cui Bella scelse di non andare a caccia avrebbe dovuto essere il suo sessantottesimo. Quel giorno era tornata a Forks e, senza una meta precisa, aveva vagato per le strade di soppiatto, come l’ombra della fragile umana ch’era stata, che aveva vissuto in quei luoghi e che un tempo aveva respirato quella stessa aria ormai superflua per i suoi polmoni. Era passata davanti al Newton’s Outfitters, il negozio dei genitori di Mike in cui aveva lavorato part-time per racimolare qualche soldo quando aveva davvero gli anni che avrebbe dimostrato per sempre. Al suo posto sorgeva adesso una pasticceria, gli articoli d’equipaggiamento erano stati rimpiazzati da torte e dolciumi d’ogni tipo e, invece della figura smilza del signor Newton, un omaccione dalla pancia come un mappamondo aveva salutato il suo ingresso nel locale con un caloroso “buongiorno, bella signorina”. Aveva appreso che il vecchio negozio aveva cambiato gestione più di vent’anni addietro, quando Newton senior lo aveva rifilato ai suoi tre figli per trasferirsi ad Orlando, città natale della seconda moglie. In un primo momento, Bella era rimasta perplessa. Non ricordava che Mike avesse dei fratelli, né immaginava il suo arcigno padre convolare a seconde nozze con una giovane abbronzata proveniente dal centro della Florida. Poi, aveva capito. Il Newton senior a cui il proprietario della pasticceria si riferiva era Mike. Senza poco sconcerto – quello sconcerto che deriva dallo scoprire quanto ci si è persi della vita di persone incrociate un tempo nel nostro cammino – Bella aveva realizzato che Mike si era sposato, aveva avuto tre figli, aveva divorziato, si era risposato e, infine, aveva abbandonato la piovosa Forks in cui era nato e cresciuto per trasferirsi in una città battuta dal sole anche d’inverno.
Solo un istante si era soffermata sull’ironia del paradosso. Mike aveva scelto quello che lei aveva sempre amato e a cui, invece, proprio lei aveva rinunciato.
Una cornacchia aveva sorvolato il cielo, emettendo il proprio stridulo verso. Jacob aveva alzato il capo ed intercettato pigramente l’uccello con lo sguardo, seguendo la traiettoria del suo volo finché non era sparito dietro l’orizzonte. Bella, qualche metro più in là, si era lasciata sfuggire un sospiro, residuo di un’abitudine umana non ancora perduta; era uno di quei sospiri saturi di parole che premono per essere dette e Jacob lo sapeva, anche se da ventidue anni, ogni tredici settembre, Bella sospira e non dice nulla.
Jacob non è mai stato discreto quanto i Cullen, perciò è sempre rimasto con Bella il giorno del suo compleanno e Bella non ha mai protestato. E’ un iter ormai collaudato. Tutti i Cullen vanno a caccia la mattina presto, salutando Bella che, però, non si unisce al gruppo, poi anche Bella esce di casa e Jacob la segue a distanza, lasciandosi guidare fin dove lei ha intenzione di andare. Non appena Bella si ferma, Jacob attende qualche minuto e, quando è sicuro che non riprenderà a correre, si palesa con una battuta, la cui risposta è spesso l’unica frase che Bella pronuncia nella giornata.
Jacob sa che Bella è felice e che quello è l’unico giorno dell’anno in cui si concede di provare nostalgia per un passato che non ha mai rimpianto davvero.
Jacob lo sa, per questo Bella non gli ha mai chiesto di andarsene. Non permetterebbe a nessuno di credere che lei consideri la scelta compiuta ottantuno anni prima una scelta sbagliata. Edward e Renesmee sono la sua vita da quando non ha più un cuore in grado di battere.
Eppure, ci sono cose delle quali si sente la mancanza anche se, tornando indietro, faremmo in modo di perderle lo stesso. Bella darebbe la vita per sua figlia mille volte ancora e non baratterebbe un solo giorno senza di lei per tutti gli anni che ha rinunciato a vivere. Questo non diminuisce il peso del suo sacrificio, ma attutisce notevolmente il dolore, perché, anche nella malinconia, non c’è rammarico.
- Qualche volta… - aveva esordito Bella, esitante, spezzando per la prima volta l’abituale silenzio. Non era mai successo che Bella parlasse, il giorno del suo compleanno, almeno non per dare voce ai suoi pensieri. Jacob si era voltato a guardarla, senza riuscire a dissimulare del tutto lo stupore. Erano seguiti alcuni istanti di silenzio, durante i quali Bella aveva cercato parole che, inesorabilmente, restavano mute. A un certo punto, aveva agitato la mano, come per scacciare una mosca. – No, niente. -
Jacob aveva sospirato e si era dondolato sui piedi, passando il peso dai talloni alle punte. Non era davvero impaziente. Chi ha tutta l’eternità non teme certo le attese.
Tuttavia, aveva dovuto aspettare solo pochi minuti, perché Bella continuasse la frase lasciata in sospeso. Il suo tono era stato casuale, come di chi esprima un commento sul tempo.
- Certe volte mi mancano cose banali dell’essere umani, cose anche prive di importanza che facevo quando lo ero e alle quali non badavo nemmeno – aveva ammesso, parlando lentamente come soppesando ogni parola. - Ad esempio, dormire. Non mi ricordo qual è stato l’ultimo sogno che ho fatto, o l’ultima frase sconnessa che ho detto nel sonno. –
Jacob aveva fatto finta di rifletterci su, emettendo un mugolio pensoso, e poi aveva detto: - Mi piace pensare che sia stata “oh, Jacob, il mio Jacob” – imitando la sua voce in falsetto.
Bella aveva brontolato un: – Mannaggia, te lo ricordi ancora – e si era coperta il viso con le mani, prima di fare passare le dita tra i capelli per portarli all’indietro.
C’era voluto poco perché riprendesse a parlare.
- Altre volte, invece, non mi mancano cose specifiche, ma sensazioni. Vivere mette tutto in una prospettiva differente, ma, anche se constatarlo sembra ovvio, credo che un umano non possa accorgersene, non veramente. Non sa cosa voglia dire avere davanti l’eternità, anche quando non riesce a concepire l’idea di non esistere più... ecco, magari a livello inconscio, però sa che prima o poi tutto questo finirà – Bella aveva rivolto lo sguardo a Jacob e si era chiesta cosa dovesse provare lui, che poteva ancora scegliere di non vivere per sempre. – Può sembrare assurdo, però mi manca sapere di avere un tempo limitato a disposizione e sentire che ogni momento è prezioso. Non voglio dire che non lo sia lo stesso, ma... –
- Sai che, comunque, ci sarà sempre un domani. –
- Già – Bella aveva annuito. Ma nessuna possibilità di scelta, aveva aggiunto un anfratto recondito della sua testa.
- Porca miseria – Jacob si era grattato la nuca, accompagnando l’esclamazione ad un’espressione di comico stupore - da quando siamo diventati così… -
- …filosofici? –
- Sì. Cavolo, sarà l’età. –
Un mezzo sorriso si era dipinto sulla bocca di entrambi, colmando il vuoto lasciato dalle parole.
Questa volta era seguito un silenzio più lungo, attraversato solo dai suoni della foresta. Trasportati dal vento, i pensieri di entrambi erano volati indietro nel tempo, a ghermire il ricordo delle persone che erano stati, banalmente comuni, semplicemente umani. C’era, tra loro, qualcosa di unico, un filo sottile della stessa consistenza fumosa del passato, eppure resistente abbastanza da perdurare oltre i limiti mortali senza dissolversi come nebbia: erano stati umani insieme. Gli immortali non hanno età; consci di non avere fine, dimenticano di avere avuto un inizio, quel punto d’origine, quell’unica frazione di tempo mortale, che impedisce alla linea della loro esistenza di dispiegarsi illimitata in entrambe le direzioni. Per Jacob e Bella l’origine coincideva nello stesso punto.
Loro che, a cavalcioni del tronco sulla spiaggia di La Push, avevano guardato il sole sorgere e sparire all'orizzonte sentendosi ogni volta un giorno più vecchi. Loro che erano stati bambini, che accompagnavano i padri a pescare pur odiando il pesce, che facevano dondolare i piedini dalla riva del lago, che sbuffavano annoiati e giocavano a shangai con i rametti spezzati. Loro che avevano dato significato alla conta degli anni e avevano litigato su chi ne dimostrasse di più. Loro che si erano sentiti infinitamente piccoli e fragili e si erano chiesti insieme quanto grande fosse l’universo.
- Poi… - Bella aveva lanciato quel “poi” a mo’ di arpione, per riagganciarsi al discorso che aveva cominciato poco prima. Si era mossa sui propri piedi, incomoda, come cercando di scacciare l’imbarazzo per qualcosa di stupido. – Beh, queste sono cose da vampiri – dicendolo aveva rivolto a Jacob uno sguardo a metà tra l’ironia e una supplice richiesta di clemenza. – Ma… mi mancano cose come il battito del cuore. Il calore emanato dal mio corpo o... - si era morsa il labbro inferiore, in evidente difficoltà, dunque aveva emesso una risata stiracchiata - ...inciampare. Un tempo avrei pagato oro per essere meno imbranata, adesso non so cosa darei per riavere indietro l’autentica me stessa, quella che non ne combinava una giusta. -
Jacob aveva sorriso al ricordo di quella buffa ragazza che aveva un brutto rapporto con la forza di gravità. Per un attimo, il morso della mancanza gli aveva serrato la gola, e immagini che la ritraevano gli erano passate dinanzi velocemente, come fotografie sulle pagine di un album sfogliato frettolosamente da una folata di vento. L’ultima – la ragazza adagiata su un tavolo in un lago di sangue – era stata ricacciata via bruscamente.
Da dietro la pellicola dei ricordi che si dissolvevano, la figura di Bella, quella attuale, era riapparsa poco a poco. Jacob aveva lasciato che il suo sguardo indugiasse sulla vampira qualche secondo, vagando alla ricerca di un residuo d’umana imperfezione in quelle fattezze armoniose.
- Tu sei sempre tu – aveva detto, infine, semplicemente, guardandola con tanta intensità come per scrutarle l’anima, o un residuo di essa.
Per un attimo, Bella era rimasta imbrigliata nella rete del suo sguardo magnetico, catturata dalla profondità di quegli occhi caldi e scuri che richiamavano sensazioni antiche e lontane nel tempo.
- Già – aveva convenuto, annuendo quasi a se stessa.
Il vento aveva emesso sospiri lenti e strascicati, insinuandosi leggero tra le fronde degli alberi, tra gli arbusti sottili e tra i fili d’erba.
- Se due corpi a temperatura differente sono posti a contatto, il calore tende a trasferirsi da quello più caldo a quello più freddo – aveva mormorato Jacob, quasi distrattamente.
Era stato appena un sussurro, ma lei ovviamente aveva sentito.
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streghetta

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- Puoi ancora provare quelle cose che ai vampiri sono negate – dice Jacob, con una smorfia sulla parola “vampiri”.
Bella lo guarda, con le sopracciglia perfette arcuate in un’espressione interrogativa.
- Ma sì... mica sparo chicche di fisica a casaccio, ti pare? – borbotta, agitando quelle braccia grandi come pale. – La temperatura di un umano in media è trentasette gradi, no? Ecco. Se noi ci abbracciamo... io posso alzare la tua temperatura, e tu puoi abbassare la mia – Jacob corruga la fronte e si porta una mano alla nuca, in attesa della reazione di Bella. Impaziente, si affretta a specificare: – Possiamo raggiungere entrambi i trentase… -
- L’equilibrio termico – constata Bella, prima che lui termini la frase, sorridendo di quell’idea stupidamente perfetta che si chiede come mai non le sia mai venuta in mente.
Trentasette gradi.
Il punto di equilibrio tra me e te è la vita che abbiamo perso.
- E’ una cavolata – dice Jacob.
- Lo è – ammette Bella. – Ma gli umani fanno anche cose senza senso, no? –
Bella scrolla le spalle e Jacob china la testa di lato, sorridendo, mentre infila di nuovo le mani in tasca. Per un attimo, entrambi restano immobili, in attesa di una mossa dell’altro, e, mentre coprono con lo sguardo la distanza, fatta di metri e di anni, che si interpone tra loro, indugiano nei pensieri.
Si chiedono quando sia stata l’ultima volta che si sono abbracciati.
- Allora… cosa aspettiamo? – dice Jacob, avanzando di un passo.
Bella scuote il capo ridendo e si avvicina anche lei: - Non lo so. –
L’istante successivo sono talmente vicini che la differenza di temperatura è quasi palpabile.
Caldo e freddo. Diversi almeno quanto erano stati uguali.
Jacob allunga una mano e la posa sul suo fianco, invitandola ad avvicinarsi ancora un po’. Bella non si oppone, lasciandosi guidare tra le sue braccia, anche se al riparo di quel rifugio solido e accogliente ricorda di aver lasciato una parte di sé, tanto tempo addietro, una parte che ha paura di rincontrare. I loro sguardi si incrociano in una muta richiesta di conferme. Sono entrambi impacciati, come alla ricerca di un incastro che un tempo era stato naturale al pari di respirare e che adesso presenta qualche dentello diverso.
Bella sfiora il suo petto con le dita, avvertendo il calore emanato dal suo corpo come una fiamma che divampa. Fa quasi male.
- Sei bollente – mormora, a un soffio dal suo petto.
Lui avvolge l’altro braccio attorno alla sua schiena, annullando le ultime distanze.
- E tu... sei gelida. –
Bella sorride contro la maglia di Jacob, quando avverte un lieve tremore attraversare il suo corpo: – Non ci credo. Hai freddo. –
- Sfotti pure. Presto sarai il primo vampiro nella storia ad aver sudato – Jacob sorride, senza ombra di scherno, ma quasi con una sorta di dolcezza.
Bella fa scorrere la mano, prima premuta contro il suo petto, fino alla spalla, per invitarlo a chinarsi verso di lei. Adesso hanno entrambi la stessa forza, ma lui è ancora trentacinque centimetri più alto.
Jacob glielo fa notare chiamandola “nana”, mentre si abbassa e affonda la testa nel suo collo.
- Certo che puzzi – dice.
- Ah ah, Jake. Se avessi ancora bisogno di respirare, adesso starei morendo di asfissia. –
Ridono, ma, nel silenzio che segue, entrambi si scoprono a ricordare il profumo che un tempo emanava il corpo dell’altro. Il profumo di una vita passata, di una vita normale, un profumo che sa di occasioni perdute.
La mano sinistra di Bella percorre il braccio abbronzato di Jacob e raggiunge l’altra, allacciandosi al suo collo. La sua fronte, poggiata contro la spalla larga dell’amico, comincia quasi a scottare.
- Lo senti? – sussurra Jacob dopo un po’, tra i suoi capelli.
- Cosa? –
- Il cuore. –
Bella annuisce, ascoltando il rumore ritmico proveniente dal petto dell’amico: - Il tuo. -
- No… - lui la stringe ancora di più, premendola contro di sé, finché il suo cuore è tanto vicino a quello muto di Bella che sembra cedergli una parte dei suoi battiti. – Puoi fingere che sia tuo. Te lo presto – dice.
Serve un cuore? Prendi il mio.
E Bella scopre che la distanza tra esistenza e vita è quella di un abbraccio.
- Ci siamo. Sono trentasette gradi – mormora, contro il tessuto leggero della sua maglia.
Non può averne certezza scientifica, ma non ne ha nemmeno bisogno. Per un poco, ha ricordato cosa volesse dire avvertire un battito all’altezza del petto, sentire il calore sulla pelle e avere la consapevolezza che presto sarebbe finito, come hanno termine tutte le cose mortali. Non c’è mestizia in quel pensiero. Ogni cosa, tra lei e Jacob, è sempre stata destinata a finire per ripresentarsi ancora sotto una forma diversa, come se il loro legame riuscisse a sfuggire al calco dell’eternità e conservasse ancora l’impronta al cambiamento propria della vita.
- Puoi tornare ad essere umana tutte le volte che vuoi, Bell. Basta chiedere. -
I loro corpi si separano appena, quanto basta per guardarsi negli occhi. Jacob sorride nel modo che è il suo marchio di fabbrica, richiamando alla memoria di Bella il fantasma di un se stesso passato. I due visi, quello del ricordo e quello reale, per un istante si sovrappongono, perfettamente identici. Nel tempo alcune cose restano uguali.
- Ti voglio bene, Bella. –
Altre invece cambiano.
Il fantasma si dissolve davanti gli occhi di Bella, diradandosi dal viso di Jacob come una nuvola.
Sei sempre la stessa. Inciampi ancora sui tuoi sentimenti.
Perché, certe volte, si rimpiange anche quello che non vorremmo fosse diverso e che, se pure avessimo l’opportunità di farlo, non cambieremmo.
- Ti voglio bene anch’io, Jake. –


FINE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Ludo_*

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ODDIO O_O ....emh...streghetta....un TANTINO lunga sai??? xD .....credo che stamperò ttt ste pagine e cn calma le leggerò xD...cmq grazie e ti farò sapere!!! Very Happy
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streghetta

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ahhaahhahhaahahah...............sono 4 storie diverse LUDO....nn una..... XD lo so sn tt molto lunghe.........però leggileeeeeeeeee....bacio bacio
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K i k k a

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io ho letto fino a quella della sfuriata di Ed xDxD
ahahahahha sono troppo carine grazie streghetta!!
Laughing lol!

piano piano le leggerò tutte e ti farò sapere! Very Happy
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clementina

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Grande streghetta lol! Io ho iniziato a leggere oggi, ma Enzo si è subito accorto che stavo lavoreggiando.... Laughing ma appena posso me li leggo... grazie mille Razz

E grazie anche a Kikka la nostra mitica creatrice di post! :rock:

Ludo il brindisi dei Cullen è uno sballo! E' troppo forte! Non l'avevo ancora notato... lol!

Ragazze ma come farei senza di voi! Mi date la mia dose quotidiana di buon umore... Laughing
Vi adoro! :teneri:
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K i k k a

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uu creatrice di post xDxD
di nulla Very Happy

Cleme e noi come faremmo senza di te? la nostra mamma cucciola!! BangBang
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streghetta

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vojo vedè il brindisi dei cullen............. è la gif nella firma???se è ql hai ragione leme...è da crepààààààà rido cm una pazza tt le volteeeee hahhahahhaah
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clementina

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Sì è proprio quella Laughing anche io rido come una matta quando la rivedo...
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K i k k a

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ahahah si è veramente forte lol!
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...fяαи¢у_¢υℓℓєи_96...

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Farò come ludo streghetta sono un tantino lunghe xD cmq ecco 2 video: 1 su twilight e 1 su new moon..spero vi piacciano:



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http://cid-8fd7ccef9db3b094.spaces.live.com/
clementina

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Sicuramente lo avete già visto... Embarassed come si fa a mettere direttamente il video nel messaggio? scratch

https://www.youtube.com/watch?v=2MKz0gkcgAo&feature=player_embedded#
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K i k k a

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per mettere direttamente il video Cleme devi copiare l'URL del video ( lo puoi trovare a fianco del video su youtube sotto al nome di chi lo ha inserito ci sono 2 codici) e poi lo devi incollare cliccando sull'immagine della pellicola ( non so come descriverla xD )
ti avverto però delle volte non appare direttamente quando scrivi il messaggio ma e clicchi anteprima e poi vai sotto puoi trovare il messaggio che stavi scrivendo per cambiarlo e li c'è l'icona =)
spero di essere stata un po chiara ma se hai dubbi chiedi pure =)

comunque ragazze i vostri video sono troppo forti!! lol!
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...fяαи¢у_¢υℓℓєи_96...

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ahah xD
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clementina

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MessaggioTitolo: Re: RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!!   RAGAZZE VOGLIAMO RIDERE UN PO? ECCO DOVE!! QUI TUTTE LE PARODIE DI TWILIGHT!! Icon_minitime9th Aprile 2010, 12:51

Grazie per la spiegazione Kikka, ho capito più o meno Laughing ILU
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