Ehi, ragazze ho trovato qlc capitolo del libro:
2. Libro Aperto
Mi buttai contro la panchina coperta di neve, lasciando che la secca polvere riprendesse forma attorno il mio peso. La mia pelle si era raffreddata come l'aria attorno me, e i piccoli pezzi di ghiaccio erano vellutati sopra di essa.
Il cielo sopra di me era chiaro, brillante di stelle, luccicante di blu in alcuni posti, gialli in
altri. Le stelle creavano maestosità, turbinando contro l'universo scuro, una vista meravigliosa.
Squisitamente bellissima. O piuttosto solo squisita. Lo sarebbe stata, se fossi stato davvero capace di vederla.
Non stava migliorando. Erano passati sei giorni, sei giorni nascosto nella vuota landa di Denali, ma non ero più vicino alla libertà rispetto al momento in cui avevo catturato il suo odore.
Quando guardavo le stelle in quel prezioso cielo, era come se ci fosse un ostacolo tra i miei occhi e la loro bellezza. L'ostacolo era un viso, un semplice inosservabile volto umano, che non riuscivo a togliere dalla mia mente.
Sentii i pensieri avvicinarsi prima dei passi che li accompagnavano. Il suono del movimento era solo un leggero sussurro contro la polvere.
Non ero sorpreso che Tanya mi avesse seguito. Sapevo che avrebbe rimuginato su questa futura conversazione per i prossimi giorni, rinviandola fino a che non avesse saputo esattamente cosa dire.
Balzò alla vista circa cinque metri e mezzo più in là, saltellando sulla cima di una roccia nera che
affiorava dal terreno e bilanciandosi sulla punta dei piedi nudi.
La pelle di Tanya era argentata alla luce della luna, e i suoi lunghi capelli biondi e ricci brillavano
pallidi, quasi rosa nella loro tinta fragola. I suoi occhi color ambra luccicavano mentre mi spiava,
quasi sotterrati dalla neve, e le sue labbra piene si tesero lentamente in un sorriso.
Squisito. Se fossi stato capace di vederla. Sospirai.
Si accovacciò sulla punta della pietra, le sue dita toccavano la roccia, il suo corpo rannicchiato.
Bomba di cannone, pensò.
Si lanciò in aria, la sua figura divenne scura, intrecciando ombre mentre si spingeva con grazia tra me e le stelle. Si curvò in una palla mentre colpiva la pila di neve sulla panchina sotto di me.
Una tempesta di neve mi soffiò intorno. Le stelle diventarono nere e fui sepolto profondamente sotto piume di cristalli di ghiaccio.
Sospirai di nuovo, ma non mi mossi per dissotterrarmi. Il buio sotto la neve non mi infastidiva o
migliorava la vista. Vedevo ancora lo stesso viso.
"Edward?"
La neve stava fluendo di nuovo mentre Tanya mi dissotterrava. Spazzolò la polvere dal mio volto
immobile, senza incontrare i miei occhi.
"Scusa", mormorò. "Era uno scherzo."
"Lo so. E' stato divertente."
Torse la bocca.
"Irina e Kate hanno detto che avrei dovuto lasciarti solo. Pensano che ti irriti."
"Non proprio," la rassicurai. "Al contrario. Sono io quello sgarbato, sgarbato in modo odioso."
Non tornerai a casa? pensò.
"Non ho..ancora..deciso."
Ma non starai qui. I suoi pensieri erano malinconici ora.
"No. Non sembra che stia... aiutando."
Fece una smorfia. "E' colpa mia?"
"Certo che no," mentii facilmente.
Non essere gentiluomo.
Sorrisi.
Ti metto a disagio, accusò.
"No."
Sollevò un sopracciglio, la sua espressione così scettica che risi. Una breve risata, seguita da
un altro sospiro.
"Va bene," ammisi. "Giusto un po'."
Sospirò anche lei, e si prese le guance tra le mani. I suoi pensieri erano di delusione.
"Sei mille volte più affascinante delle stelle, Tanya. Certo, non ne sei ancora ben consapevole. Non
lasciare che la mia testardaggine indebolisca il tuo affetto." Ridacchiai all'improbabilità.
"Non sono abituata ad essere rifiutata," brontolò, il suo labbro inferiore sporse in un attraente
broncio.
"Certo che no," fui d'accordo, cercando con un po' di successo di bloccare i suoi pensieri mentre metteva al setaccio le memorie di milioni di conquiste. La maggior parte delle volte Tanya preferiva uomini umani, erano molto popolari, con l'aggiunta del vantaggio di essere soffici e caldi. E sempre entusiasti, in definitiva.
"Succube," la presi in giro, sperando che interrompesse le immagini tremolanti della sua testa.
Sorrise, mostrando i denti. "Originale."
A differenza di Carlisle, Tanya e le sue sorelle aveva scoperto la loro coscienza lentamente. Alla fine, era l'affettuosità per gli uomini umani che aveva fermato le sorelle dal massacro. Adesso gli uomini che loro amavano...vivevano.
"Quando ti sei fatto vivo," disse Tanya lentamente. "Ho pensato che.."
Sapevo cosa aveva pensato. E avrei dovuto indovinare che si sarebbe sentita in quel modo. Ma in quel momento non ero al meglio di me per pensare analiticamente.
"Pensavi avessi cambiato idea."
"Si." Si accigliò.
"Mi sento orribile per giocare con le tue aspettative, Tanya. Non volevo, non ci stavo pensando. E' solo che.. sono partito piuttosto di fretta."
"Suppongo non mi possa spiegare il perché...?"
Mi sedetti e circondai le gambe con le braccia, curvandomi in difesa. "Non voglio parlarne."
Tanya, Irina e Kate erano davvero brave nella vita che avevano scelto. Meglio, per alcuni versi, di
Carlisle. Nonostante l'insana vicinanza che permettevano tra loro e quelle che avrebbero dovuto essere, una volta, le loro prede, non facevano errori. Mi vergognavo troppo per ammettere a Tanya la mia debolezza.
"Problemi di donne?" indovinò, ignorando la mia riluttanza.
Risi desolato. "Non nel modo in cui intendi."
Era in silenzio adesso. Ascoltai i suoi pensieri mentre correva attraverso diverse risposte, cercando di decifrare il significato delle mie parole.
"Non ci sei vicina," le dissi.
"Un indizio?" chiese.
"Per favore lascia stare, Tanya."
Rimase di nuovo in silenzio, ancora speculando. La ignorai, cercando invano di apprezzare le stelle.
Rinunciò dopo un momento di silenzio, e i suoi pensieri la spinsero in un'altra direzione.
Dove andrai Edward, se partirai? Ritornerai da Carlisle?
"Non penso," sussurrai.
Dovrei sarei andato? Non riuscivo a pensare ad un singolo posto sull'intero pianeta che avesse qualche interesse per me. Non c'era niente che volevo vedere o fare. Perché, non importava dove andassi, non ero intenzionato ad andare da qualche parte, volevo soltanto scappare via.
Lo odiavo. Da quando ero diventato così codardo?
Tanya mise il suo esile braccio attorno alle mie spalle. M'irrigidii, ma non mi sottrassi dal suo tocco.
Lo aveva fatto come se non ci fosse stato niente di più amichevolmente confortevole.
"Penso che tornerai," disse, nella sua voce una traccia del suo perso accento russo. "Non importa
come.. non importa chi.. ti sta dando la caccia. Lo affronterai. Sei il tipo."
I suoi pensieri erano certi come le sue parole. Cercai di abbracciare la visione del me stesso che
vedevo nella sua mente. Quello che affrontava le cose a testa alta. Era piacevole pensare a me stesso in quel modo. Non avevo mai dubitato del mio coraggio, della mia abilità di affrontare le difficoltà, prima di quell'orribile ora durante biologia giusto un po' di tempo fa.
Le baciai la guancia, ritirandomi velocemente mentre girava il viso verso il mio, le sue labbra già
corrugate. Sorrise con rammarico alla mia velocità.
"Grazie Tanya. Avevo bisogno di sentirmelo dire."
I suoi pensieri tornarono scontrosi. "Prego, credo. Spero che sarai molto più ragionevole su certe cose, Edward."
"Mi dispiace, Tanya. Sai che sei troppo buona per me. Io.. non ho ancora trovato quello che sto
cercando."
"Bene, se partirai prima che possa rivederti...addio, Edward."
"Addio, Tanya." Mentre dicevo quelle parole, riuscii a vedere. Riuscii a vedere me stesso partire.
Essere forte abbastanza da tornare nell'unico posto in cui volevo stare. "Grazie di nuovo."
Era già in piedi in un unico agile movimento, e poi stava già correndo via, attraversando la neve così veloce che i suoi piedi non avevano nemmeno il tempo di toccarla; non lasciava impronte dietro di lei. Non si voltò indietro. La mia reazione l'aveva disturbata più delle volte precedenti, anche nei suoi pensieri.
Non avrebbe voluto rivedermi prima di partire.
La mia bocca si torse dal dispiacere. Non mi piaceva ferire Tanya, sebbene i suoi sentimenti non fossero profondi, a mala pena sinceri, e in qualunque caso, non qualcosa che io avrei potuto ricambiare. Mi faceva sentire meno di un gentiluomo.
Poggiai il mento sopra le mie ginocchia e fissai su verso il cielo di nuovo, benchè fossi
improvvisamente ansioso di ritornare. Sapevo che Alice mi avrebbe visto tornare a casa, dicendolo agli altri. Questo li avrebbe resi felici, Carlisle ed Esme soprattutto. Ma guardai le stelle ancora per un altro momento, cercando di vedere di nuovo il viso. Tra me e le brillanti stelle nel cielo, un paio di sorprendenti occhi color cioccolato mi fissavano di rimando, sembravano chiedermi cosa avrebbe significato per lei questa decisione. Certo, non ero sicuro che fosse la vera informazione di cui quegli occhi erano curiosi. Anche nella mia immaginazione, non potevo sentirle i pensieri. Gli occhi di Bella Swan continuavano nella domanda, e una via sgombra di stelle continuava ad eluderle. Con un pesante sospiro, rinunciai, e mi rimisi in piedi. Se avessi corso, sarei tornato alla macchina di Carlisle in meno di un'ora...
Di fretta per rivedere la mia famiglia, e volendo essere l'Edward che affrontava le cose a testa alta,
corsi attraverso il campo ricoperto di neve e stelle, senza lasciare impronte.
Scusate regazze ma non ci stava tutto, accontentatevi, poi vi metto l' altro pezzo.
Spero di trovare gli altri capitoli, prima però ditemi cosa ne pensate!
:here: