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| Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... | |
| | Autore | Messaggio |
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baby282009
Data d'iscrizione : 25.10.09
| Titolo: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 2nd Novembre 2009, 23:56 | |
| NEW MOON EXTRAS
ROSALIE’S NEW
Il telefono nella mia tasca vibrò di nuovo. Era la venticinquesima volta in ventiquattro ore. Pensai di aprire il telefono, per lo meno per vedere che stava cercando di contattarmi. Forse era importante. Forse Carlisle aveva bisogno di me. Lo pensai, ma non mi mossi. Non ero sicuro di dove fossi di preciso. Un solaio molto oscuro, uno spazio brulicante, pieno di ratti e ragni. I ragni mi ignoravano, e i topi mi giravano alla larga. L’aria era satura del forte odore di olio cucinato, cibo stantio, sudore umano, e dello strato quasi solido di inquinamento che era attualmente visibile nell’aria umida, come una pellicola nera sopra ogni cosa. Sotto a me quattro storie di tenutari di appartamenti in un ghetto traballante e sgangherato. Non mi disturbai a separare i pensieri dalle voci – creavano un grande, un rumoroso schiamazzo spagnolo che io non ascoltavo. Lasciai solamente che i suoni rimbalzassero via da me. Senza significato. Tutto questo era senza significato. La mia stessa esistenza era senza significato. Il mondo intero era senza significato. La mia fronte premette contro le mie ginocchia e mi chiedevo per quanto tempo ancora avrei potuto sopportare tutto questo. Forse era inutile. Forse, se il mio tentativo fosse destinato a fallire comunque, avrei smesso di torturare me stesso e sarei semplicemente tornato indietro. L’idea era così potente, così salutare – come se le parole contenessero un forte anestetico, che lava via la montagna sotto la quale ero sepolto – che mi faceva annaspare, rendendomi confuso. Potrei partire ora, potrei tornare indietro ora. Il viso di Bella, spessi dietro le palpebre dei miei occhi, mi sorrideva. Era un sorriso di benvenuto, di perdono, ma non aveva l’effetto che il mio subconscio probabilmente intendeva che esso avesse. Naturalmente potevo non tornare indietro. Che cosa (era) la mia angoscia, dopo tutto, in confronto alla sua felicità? Lei dovrebbe essere capace di sorridere, libera dalla paura e dal pericolo. Libera dal desiderio di un futuro senza anima. Lei meritava più di questo. Lei meritava più di me. Quando lei avrebbe lasciato questo mondo, sarebbe andata in un luogo che a me era bandito per sempre, non importa come io mi fossi comportato qui. L’idea di quella separazione finale era così tanto più intensa dell’angoscia che già avevo. Il mio corpo tremò con essa. Quando Bella sarebbe andata nel posto a cui lei apparteneva e (a cui) io non avrei mai potuto appartenere, anche io non sarei rimasto qui indietro (in questo mondo). Deve esserci oblio. Deve esserci sollievo. Questa era la mia speranza, ma non c’erano garanzie. Dormire, forse sognare. Ah questo è il guaio. Citai a me stesso. Persino quando sarei divenuto polvere, avrei ancora sentito in qualche modo la tortura della sua perdita? Tremai di nuovo.
Continua…
E, dannazione, avevo promesso. Le avevo promesso che non avrei più infestato la sua vita di nuovo, portando i miei demoni in essa. Non avevo intenzione di rimangiarmi la parola. Non avrei potuto fare niente di giusto per lei? L’idea di ritornare alla nuvolosa piccola città che era stata sempre la mia vera casa su questo pianeta strisciò di nuovo attraverso i miei pensieri. Solo per controllare. Solo per vedere che lei sta bene, che è salva e felice. Non per interferire. Lei non avrebbe mai saputo che io ero lì… No. Dannazione, no. Il telefono vibrò nuovamente. “Dannazione, dannazione, dannazione,” io grugnii. Potevo usare la distrazione. Supposi. Aprii il telefono e registrai il numero con il primo shock che avevo sentito da sei mesi. Perché Rosalie mi stava chiamando? Lei era l’unica persona che probabilmente stava godendo della mia assenza. Doveva esserci veramente qualcosa che non andava se lei aveva bisogno di parlarmi. Improvvisamente preoccupato per la mia famiglia, pigiai il pulsante di invio. “Cosa?” chiesi ansiosamente. “Oh, wow. Edward ha risposto al telefono. Mi sento così onorata.” Appena sentii il suo tono, seppi che la mia famiglia stava bene. Doveva solo essere annoiata. Era difficile indovinare i motivi senza i suoi pensieri come guida. Rosalie non aveva mai avuto troppo senso per me. I suoi impulsi generalmente si fondavano sul più controverso genere di logica. Chiusi il telefono. “Lasciami solo,” sussurrai a nessuno. Naturalmente il telefono vibrò ancora una volta. Avrebbe continuato a chiamarmi fino a che avesse passato qualunque messaggio con il quale aveva deciso di annoiarmi? Probabilmente. Ci sarebbero voluti mesi perché lei si stancasse di questo gioco. Giocai con l’idea di lasciarla rifare il numero per i prossimi sei mesi… e poi sospirai e risposi di nuovo al telefono. “Parla.” Rosalie si affrettò con le parole. “Pensavo che avresti voluto sapere che Alice è a Forks.” Aprii i miei occhi e fissai la trave di legno putrido tre pollici dal mio viso. “Cosa?” La mia voce era piatta, senza emozione. “Sai com’è Alice – pensa di sapere tutto. Come te.” Rosalie schioccò la lingua senza umorismo. La voce aveva un taglio nervoso, come se fosse improvvisamente insicura di ciò che stava facendo. Ma la mia collera rendeva difficile preoccuparsi di quale fosse il problema di Rosalie. Alice mi aveva giurato che avrebbe seguito il mio ordine riguardo Bella, sebbene lei non fosse d’accordo con la mia decisione. Aveva promesso che avrebbe lasciato Bella da sola… fino a che lo avessi fatto io. Chiaramente aveva pensato che io avrei eventualmente ceduto al dolore. Forse su questo aveva ragione. Ma non l’avevo fatto. Non ancora. Così cosa stava facendo a Forks? Volevo torcere il suo collo magro. Non che Jasper mi avrebbe lasciato arrivare così vicino a lei, una volta che lui avesse colto un soffio della furia che usciva fuori da me… “Sei ancora lì, Edward?” Non risposi. Pizzicai il ponte del mio naso con le punte delle dita, chiedendomi se fosse possibile per un vampiro avere un’emicrania. D’altro canto, se Alice era già tornata… No. No. No. No. Avevo fatto una promessa. Bella meritava una vita. Avevo fatto una promessa. Bella meritava una vita. Ripetevo le parole come un mantra, cercando di pulire la mia testa dalla seducente immagine della finestra scura di Bella, l’entrata per il mio unico santuario. Senza dubbio mi sarei dovuto umiliare, se fossi tornato. Non mi importava. Potevo felicemente trascorrere i prossimi dieci anni in ginocchio se fossi stato con lei. No. No. No. “Edward? Non ti interessa proprio il perché Alice è lì?” “Non particolarmente.” La voce di Rosalie diventò piuttosto soddisfatta ora, compiaciuta, senza dubbio, per aver forzato una risposta da me. “Bene, naturalmente, lei non ho rotto esattamente le regole. Voglio dire, tu ci hai solo avvertito di stare lontano da Bella, giusto? Il resto di Forks non importa.” Sbattei i miei occhi lentamente. Bella se n’era andata? I miei pensieri ruotarono attorno all’idea inaspettata. Lei non era ancora diplomata, così doveva essere tornata da sua madre. Ciò era buono. Lei doveva vivere alla luce del sole. Era buono che fosse stata capace di mettere le ombre dietro di lei. Cercai di deglutire, e non potei. Rosalie trillò una risata nervosa. “Così tu non devi essere arrabbiato con Alice.” “Allora perché mi hai chiamato, Rosalie, se non per mettere Alice nei guai? Perché mi stai infastidendo? Ugh!” “Aspetta” lei disse, sentendo, giustamente, che ero nuovamente capace di riattaccare. “Non è questo il perché ho chiamato.” “Allora perché? Dimmelo velocemente e poi lasciami solo.” “Bene…” lei esitò. “Sputa il rospo, Rosalie. Hai dieci secondi.” “Penso che dovresti tornare a casa,” Rosalie disse in fretta. “Sono stanca di Esme che si affligge e di Carlisle che non sorride mai. Dovresti vergognarti per quello che hai fatto a loro. A Emmett manchi tutto il tempo e ciò mi fa saltare i nervi. Hai una famiglia. Cresci e pensa a qualcun altro oltre che a te stesso.” “Interessante avvertimento, Rosalie. Lascia che ti racconti una piccola storia di una pentola e un pentolino…” “Io sto pensando a loro, a differenza di te. Non ti importa quanto hai ferito (addolorato) Esme, se non nessun altro? Lei ama te molto più del resto di noi, e tu lo sai. Torna a casa.” Io non risposi. “Pensavo che una volta che tutta la faccenda Forks fosse finita, tu l’avresti superato.” “Forks non è mai stato il problema, Rosalie,” dissi, cercando di essere paziente. Quello che aveva detto su Esme e Carlisle aveva colpito un tasto. “Solo perché Bella” – era difficile dire esplicitamente il suo nome ad alta voce – “si è trasferita in Florida, ciò non significa che sono capace… Guarda, Rosalie. Veramente mi dispiace, ma fidati di me, (ciò) non renderebbe nessuno più felice se io fossi lì.” “Um…” Eccola di nuovo, quella esitazione nervosa. “Cos’è che non mi dici, Rosalie? Esme è tutto a posto? Carlisle è – “ “Loro stanno bene. E’ solo… bene, io non ho detto che Bella si è trasferita.” Non parlai. Corsi indietro alla nostra conversazione nella mia testa. Si, Rosalie aveva detto che Bella si era trasferita. Lei aveva detto:… tu ci hai solo avvertito di stare lontano da Bella, giusto? Il resto di Forks non importa. E poi: Io pensavo che una volta che tutta la faccenda Forks fosse finita… Così Bella non era a Forks. Che cosa voleva dire, Bella non si è trasferita? “Allora Rosalie si stava di nuovo affrettando con le parole, dicendole in maniera piuttosto arrabbiata questa volta. “Loro non volevano dirtelo ma io penso che sia stupido. Più rapidamente ti rassegnerai a ciò e più velocemente le cose potranno tornare alla normalità. Perché lasciarti triste intorno agli angoli più oscuri del mondo quando non ce n’è bisogno? Adesso puoi tornare a casa. Possiamo essere di nuovo una famiglia. E’ finita.” La mia mente sembrava essersi rotta. Non potevo dare senso alle sue parole. Era come se ci fosse qualcosa di molto, molto ovvio che mi stava dicendo, ma non avevo idea di cosa fosse. Il mio cervello giocò con l’informazione, facendo strane forme di essa. Assurde. “Edward?” “Non capisco cosa stai dicendo, Rosalie.” Una lunga pausa, la lunghezza di alcuni battiti cardiaci umani. “Lei è morta, Edward.” Una pausa più lunga. “Mi… dispiace. Penso, tuttavia, che tu abbia il diritto di sapere. Bella… si è gettata da una scogliera due giorni fa. Alice lo ha visto, ma era troppo tardi per fare qualcosa. Penso che l’avrebbe aiutata, tuttavia, a non mantenere la promessa (suicidarsi) se ce ne fosse stato il tempo. E’ tornata indietro per fare quel che poteva per Charlie. Sai quanto lei si sia sempre preoccupata per lui – “ Il telefono divenne morto. Mi ci vollero un po’ di secondi per realizzare che avevo pigiato il tasto off (l’avevo spento). Rimasi seduto nell’oscurità polverosa per un lungo, gelido intervallo di tempo. Era come se il tempo fosse finito. Come se l’universo si fosse fermato. Lentamente, muovendomi come un vecchio uomo, accesi il mio telefono e composi l’unico numero che avevo promesso a me stesso che non avrei più chiamato. Se era lei, avrei riattaccato. Se era Charlie, avrei ottenuto l’informazione di cui avevo bisogno attraverso un sotterfugio. Avrei provato che il piccolo gioco malato di Rosalie era sbagliato e poi sarei tornato al mio niente. “Casa Swan,” rispose una voce che non avevo mai sentito prima. La voce rauca di un uomo, profonda, ma ancora giovane. Non mi fermai a pensare alla implicazioni di ciò. “E’ il dottor Carlisle Cullen,” dissi imitando perfettamente la voce di mio padre. “Potrei parlare per favore con Charlie?” “Lui non è qui,” la voce rispose ed io fui debolmente sorpreso dalla rabbia in essa (voce). Le parole erano quasi un ringhio. Ma questo non aveva importanza. “Dov’è lui allora?” domandai, diventando impaziente. Ci fu una piccola pausa, come se lo straniero volesse nascondere la verità a me. “E’ al funerale,” rispose finalmente il ragazzo. Chiusi il telefono di nuovo.
MISCALCULATION (ERRORE DI CALCOLO)
Un leggero sospiro di suono – non qui, alcune centinaia di iarde al nord – mi fece saltare. La mia mano si strinse automaticamente intorno al telefono, chiudendolo e nascondendolo alla vista con lo stesso movimento. Agitai i miei capelli sulle spalle, lanciando un’occhiata attraverso le alte finestre verso la foresta. Il giorno era scuro, nuvoloso; il mio stesso riflesso era più luminoso degli alberi e delle nuvole. Fissai i miei grandi occhi allarmati, le mie labbra che si curvavano in giù agli angoli, le piccole rughe verticali tra le mie sopracciglia… Aggrottai le ciglia, cancellando l’espressione di colpa con una di disprezzo. Un disprezzo attraente. Distrattamente, notai come la feroce espressione stesse bene sulla mia faccia, contrastando in maniera carina con l’oro bello dei miei pesanti ricci. Contemporaneamente, i miei occhi scrutavano la vuota finestra dell’Alaska, ed io fui sollevata nel vedere che ero ancora sola. Il suono non era stato niente – un uccello o un colpo di vento. Non c’era nessun bisogno di sentire sollievo, dissi a me stessa. Nessun bisogno di sentirsi in colpa. Non avevo fatto niente di male. Gli altri avevano intenzione di non dire mai la verità ad Edward? Lasciarlo sguazzare nell’angoscia per sempre in squallidi ghetti, mentre Esme stava male e Carlisle pensava due volte ad ogni decisione e la gioia naturale di esistere di Emmett scivolava via nella solitudine? Era giusto tutto questo? Inoltre, non c’era modo di tenerlo segreto ad Edward per molto tempo. Prima o poi lui ci avrebbe trovato, sarebbe venuto a trovare Alice o Carlisle per qualche ragione, e allora avrebbe scoperto la verità. Ci avrebbe ringraziato per avergli mentito con il nostro silenzio? Difficile. Edward doveva sempre sapere tutto; viveva per quel senso di onniscienza. Sarebbe andato su tutte le furie e ciò sarebbe stato solamente peggiorato dal fatto che gli avevamo nascosto la morte di Bella. Quando si fosse calmato e avesse superato questa situazione, mi avrebbe probabilmente ringraziato per essere l’unica abbastanza coraggiosa da essere onesta con lui. Miglia lontano, un falco gridò; il suono mi fece saltare e controllare la finestra di nuovo. Il mio viso assunse la stessa espressione di colpevolezza di prima, ed io guardai in cagnesco a me stessa nel vetro. Bene, così io avevo la mia agenda (propositi – cose da fare). Era una cosa così cattiva volere che la mia famiglia fosse di nuovo insieme? Era così egoista sentire la nostalgia della pace quotidiana, della felicità sottointesa che io avevo preso per gratuita, quella felicità che Edward sembrava aver portato via con sé nel suo volo? Volevo solo che le cose fossero come era prima. Era sbagliato? Non sembrava così orribile. Dopo tutto, non l’avevo fatto solo per me, ma per tutti. Esme e Carlisle ed Emmett. Non tanto per Alice, comunque avrei detto… Ma Alice era stata così sicura che le cose avrebbero funzionato alla fine – che Edward non sarebbe stato capace di stare lontano dalla sua piccola fidanzata umana – che lei non si era preoccupata di addolorarsi. Alice aveva sempre vissuto in un mondo diverso dal resto di noi, chiusa nella sua realtà in continuo mutamento. Poiché Edward era l’unico che poteva partecipare a quella realtà, avevo pensato che la sua assenza (di lui) sarebbe stata più dura per lei. Ma lei era tranquilla come sempre, vivendo in avanti, la sua mente in un tempo che il suo corpo non aveva ancora raggiunto. Sempre così <calma. Comunque lei era stata così pazza di dolore quando aveva visto Bella saltare… Ero stata troppo impaziente? Avevo agito troppo presto? Potevo lo stesso essere onesta con me stessa, perché Edward avrebbe visto qualsiasi meschinità nella mia decisione appena fosse tornato a casa. Potevo riconoscere le mie cattive intenzioni, accettarle ora. Si, ero gelosa di ciò che Alice provava per Bella. Alice sarebbe corsa così rapidamente, in preda al panico, se fossi stata io che lei avesse visto saltare giù dalla scogliera? Doveva amare quella comune ragazza umana così tanto più di quanto amava me? Ma quella gelosia era solo una piccola cosa. Poteva aver accelerato la mia decisione, ma non l’aveva controllata. Avrei comunque chiamato Edward. Ero sicura che lui preferiva la mia onestà schietta piuttosto che l’inganno più gentile degli altri. La loro gen tilezza era condannata fin dall’inizio; alla fine Edward sarebbe tornato a casa. E adesso poteva tornare a casa prima. Non era solo la contentezza della mia famiglia che mi mancava. Onestamente mi mancava anche Edward. Mi mancavano i suoi piccoli rimproveri taglienti, l’ingegno tetro che era più in armonia con il mio senso oscuro dell’umorismo, della natura giocosa e solare di Emmett. Mi mancava la musica – il suo stereo che mandava a tutto volume la sua scoperta musicale, e il piano, il suono di Edward che portava i suoi di solito remoti pensieri nella trasparenza attraverso la canzone. Mi mancava il suo canticchiare nel garage accanto a me mentre assemblavamo le macchine, l’unica volta in cui eravamo perfettamente in sintonia. Mi mancava mio fratello. Di sicuro non mi avrebbe giudicato troppo duramente quando avesse visto questo nei miei pensieri. Sarebbe stato sgradevole per un momento, lo sapevo. Ma prima lui fosse tornato a casa, prima noi potevamo tornare di nuovo alla normalità… Cercai nella mia mente una qualche pena per Bella, e fui contenta di trovare che mi addoloravo per la ragazza. Un po’. Per lo meno era tanto: lei aveva reso felice Edward in un modo in cui non l’avevo mai visto prima. Naturalmente lei lo aveva anche reso più misero di qualsiasi altra cosa nei suoi cento anni di vita. Ma mi sarebbe mancata la pace che lei gli aveva dato in quei pochi brevi mesi. Potevo veramente rammaricarmi per la sua perdita. Questa conoscenza mi fece sentire meglio con me stessa, soddisfatta. Sorrisi al mio viso nel vetro, incorniciato dai miei capelli dorati e le pareti rosso cedro del lungo soggiorno accogliente di Tanya, e provai gioia alla vista. Quando sorridevo non c’era donna o uomo su questo pianeta, mortale o immortale, che poteva competere con me per bellezza. Era un pensiero confortante. Forse non ero la persona più facile con cui vivere. Forse ero superficiale ed egoista. Forse avrei potuto sviluppare un carattere migliore se fossi nata con un viso bruttino e un corpo comune. Forse sarei stata più felice in quel modo. Ma questo era impossibile da dimostrare. Io avevo la mia bellezza; era qualcosa su cui potevo contare. Sorrisi più ampiamente. Il telefono suonò e automaticamente strinsi la mia mano, sebbene il suono venisse dalla cucina, non dal mio pugno. Seppi all’improvviso che era Edward. (Stava) Chiamando per controllare l’informazione che gli avevo dato. Non si fidava di me. Apparentemente lui pensava che io fossi crudele abbastanza da scherzare su questo. Mi acciglia e svolazzai verso la cucina per rispondere al telefono di Tanya. Il telefono era nella perfetta estremità del lungo banco da macellaio. Lo afferrai prima che il primo squillo finisse, e voltai il viso verso la porta alla francese mentre rispondevo. Non volevo ammetterlo, ma sapevo che stavo guardando fuori per il ritorno di Emmett e Jasper. Non volevo che loro mi sentissero parlare con Edward. Loro si sarebbero arrabbiati… “Si?” domandai. “Rose, devo parlare con Carlisle adesso,” scattò Alice. “Oh, Alice! Carlisle sta cacciando. Cosa – ?” “Bene, appena tornerà.” “Cosa c’è? Lo rintraccerò subito e ti farò chiamare – “ “No,” Alice interruppe di nuovo. “Sarò su un aereo. Ascolta, hai avuto notizie da Edward?” Era strano come il mio stomaco si contorcesse, sembrava scivolare più in basso nel mio addome. Quella sensazione portò con sé uno strano déjà vu, una debole traccia di un ricordo umano da tempo perduto. Nausea… “Bene, si, Alice. Effettivamente ho parlato con Edward. Proprio alcuni secondi fa.” Per un breve secondo accarezzai l’idea di far finta che Edward mi avesse chiamato solo per coincidenza. Ma naturalmente non c’era motivo di mentire. Edward mi avrebbe dato abbastanza problemi quando fosse tornato a casa. Il mio stomaco continuò a contorcersi stranamente, ma lo ignorai. Decisi di essere arrabbiata. Alice non avrebbe dovuto scattare con me in quel modo. Edward non voleva bugie; lui voleva la verità. Mi avrebbe appoggiato su questo quando fosse tornato a casa. “Tu e Carlisle avevate torto,” dissi. “Edward non apprezzerebbe che gli si menta. Lui vorrebbe la verità. Voleva la verità. Così gliel’ho data. L’ho chiamato… l’ho chiamato molte volte,” ammisi. “Fino a che ha risposto. Sarebbe stato sbagliato mandargli…un messaggio.” “Perché?” Alice annaspò. “Perché lo hai fatto, Rosalie?” “Perché prima lo supera, prima le cose torneranno alla normalità. Non sarebbe stato più facile con il tempo, così perché rimandarlo? Il tempo non cambierà niente. Bella è morta. Edward starà male e poi lo supererà. Meglio che cominci ora piuttosto che dopo.” “Bene, ti sbagli su entrambe le cose, comunque, Rosalie, così questo è un problema, non pensi?” chiese Alice in un tono feroce, cattivo. Torto su entrambe le cose? Sbattei le palpebre rapidamente, cercando di capire. “Bella è ancora viva?” sussurrai, non credendo alle parole. Cercando di capire a quali a cose Alice si stava riferendo. “Si, è giusto. Lei sta assolutamente bene – “ “Bene? Tu l’hai vista saltare giù da una scogliera!” “Mi sono sbagliata.” Le parole suonarono così strane nella voce di Alice. Alice che non aveva mai torto, non veniva mai colta di sorpresa… “Come?” sussurrai. “E’ una lunga storia.” Alice si era sbagliata. Bella era viva. Ed io avevo detto… “Bene, hai fatto abbastanza confusione,” borbottai, trasformando il mio imbarazzo in accusa. “Edward sarà furioso quando tornerà a casa.” “Ma tu hai torto anche su questo,” disse Alice. Potevo dire che lei stava parlando a denti stretti. “Questo è il motivo per cui sto chiamando…” “Torto su cosa? Che Edward torna a casa? Naturalmente lo farà.” Risi in modo beffardo. “Cosa? Pensi che lui stia andando a imitare Romeo? Ha! Come qualche stupido, romantico – “ “Si,” sibilò Alice, la sua voce come il ghiaccio. “Questo è esattamente quello che ho visto.” La dura convinzione delle sue parole mi fece tremare le ginocchia. Mi aggrappai a una trave del muro di cedro per sostenermi – un sostegno di cui il mio corpo duro come il diamante poteva non aver bisogno. “No. Non è così stupido. Lui – lui deve capire che – “ Ma non riuscii a finire la frase, perché vidi nella mia testa, una visione di me stessa. Una visione di me. Un’impensabile visione della mia vita se in qualche modo Emmett cessava di esistere. Rabbrividii all’orrore dell’idea. No – non c’era paragone. Bella era solo umana. Edward non voleva che lei fosse immortale, così non era la stessa cosa. Edward non poteva sentirsi nello stesso modo! “Io – io non intendevo che fosse così, Alice! Volevo solo che lui tornasse a casa!” La mia voce era quasi un mugolio. “E’ un po’ tardi per questo, Rose,” disse Alice, più dura e fredda di prima. “Risparmia il rimorso per qualcuno che ci crede.” Ci fu un click, e poi un tono di chiamata. “No,” sussurrai. Scossi la testa lentamente per un momento. “Edward deve venire a casa.” Fissai il mio viso nel pannello di vetro della porta alla francese, ma non riuscii più a vederla. Era solo una macchia informe di bianco e oro. Poi, attraverso la macchia, lontano nei boschi distanti, un enorme albero ondeggiò in maniera strana, fuori dal tempo con il resto della foresta. Emmett. Detti uno strattone alla porta. Essa sbattè duramente contro il muro, ma il suono era lontano dietro di me mentre correvo nel verde. “Emmett!” gridai. “Emmett, aiuto!” | |
| | | Gio95
Data d'iscrizione : 02.11.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 00:05 | |
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| | | baby282009
Data d'iscrizione : 25.10.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 00:21 | |
| Ciao Gio monto piacere...io sono baby...ce ne sono altri...meno importanti e belli di questi ma se trovo una discreta traduzione li inserisco...
baci | |
| | | K i k k a
Data d'iscrizione : 23.03.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 16:36 | |
| ciao gio io sono kikka | |
| | | Gio95
Data d'iscrizione : 02.11.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 18:42 | |
| ciao Kikka, ho visto che abbiamo la stessa età io e te | |
| | | K i k k a
Data d'iscrizione : 23.03.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 21:53 | |
| sei del 95? io si io li ho compiuti ad agosto sono veramente felice di conoscerti | |
| | | Selvy_swan
Data d'iscrizione : 03.10.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 22:15 | |
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| | | @Mariateresa___
Data d'iscrizione : 11.05.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 23:25 | |
| grazie baby ^-^ il 1° pezzo già l'ho letto ma grazie ankora tnt tnt | |
| | | Gio95
Data d'iscrizione : 02.11.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 23:35 | |
| Si Kikka, sono del 95, però compio gli anni a novembre. :kisss: | |
| | | @Mariateresa___
Data d'iscrizione : 11.05.09
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... 3rd Novembre 2009, 23:52 | |
| ehm ciao Giorgia scs se scoccio ma il post state uscendo fuori argomento | |
| | | Contenuto sponsorizzato
| Titolo: Re: Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... | |
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| | | | Capitoli extra di New Moon per chi ancora non li ha letti.... | |
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