-Ever-
Data d'iscrizione : 14.11.09
| Titolo: capitoli extra 23rd Novembre 2009, 19:47 | |
| ciao ragazzi ho trovato qst capitoli su internet be spero ke nn sn stati già postati senò scusatemi x leggerli clikkate su spoiler - Spoiler:
MISCALCULATION (ERRORE DI CALCOLO)[in qst contenuto extra siamo dentro la testolina di Rosalie]
Un leggero sospiro di suono – non qui, alcune centinaia di iarde al nord – mi fece saltare. La mia mano si strinse automaticamente intorno al telefono, chiudendolo e nascondendolo alla vista con lo stesso movimento. Agitai i miei capelli sulle spalle, lanciando un’occhiata attraverso le alte finestre verso la foresta. Il giorno era scuro, nuvoloso; il mio stesso riflesso era più luminoso degli alberi e delle nuvole. Fissai i miei grandi occhi allarmati, le mie labbra che si curvavano in giù agli angoli, le piccole rughe verticali tra le mie sopracciglia… Aggrottai le ciglia, cancellando l’espressione di colpa con una di disprezzo. Un disprezzo attraente. Distrattamente, notai come la feroce espressione stesse bene sulla mia faccia, contrastando in maniera carina con l’oro bello dei miei pesanti ricci. Contemporaneamente, i miei occhi scrutavano la vuota finestra dell’Alaska, ed io fui sollevata nel vedere che ero ancora sola. Il suono non era stato niente – un uccello o un colpo di vento. Non c’era nessun bisogno di sentire sollievo, dissi a me stessa. Nessun bisogno di sentirsi in colpa. Non avevo fatto niente di male. Gli altri avevano intenzione di non dire mai la verità ad Edward? Lasciarlo sguazzare nell’angoscia per sempre in squallidi ghetti, mentre Esme stava male e Carlisle pensava due volte ad ogni decisione e la gioia naturale di esistere di Emmett scivolava via nella solitudine? Era giusto tutto questo? Inoltre, non c’era modo di tenerlo segreto ad Edward per molto tempo. Prima o poi lui ci avrebbe trovato, sarebbe venuto a trovare Alice o Carlisle per qualche ragione, e allora avrebbe scoperto la verità. Ci avrebbe ringraziato per avergli mentito con il nostro silenzio? Difficile. Edward doveva sempre sapere tutto; viveva per quel senso di onniscienza. Sarebbe andato su tutte le furie e ciò sarebbe stato solamente peggiorato dal fatto che gli avevamo nascosto la morte di Bella. Quando si fosse calmato e avesse superato questa situazione, mi avrebbe probabilmente ringraziato per essere l’unica abbastanza coraggiosa da essere onesta con lui. Miglia lontano, un falco gridò; il suono mi fece saltare e controllare la finestra di nuovo. Il mio viso assunse la stessa espressione di colpevolezza di prima, ed io guardai in cagnesco a me stessa nel vetro. Bene, così io avevo la mia agenda (propositi – cose da fare). Era una cosa così cattiva volere che la mia famiglia fosse di nuovo insieme? Era così egoista sentire la nostalgia della pace quotidiana, della felicità sottointesa che io avevo preso per gratuita, quella felicità che Edward sembrava aver portato via con sé nel suo volo? Volevo solo che le cose fossero come era prima. Era sbagliato? Non sembrava così orribile. Dopo tutto, non l’avevo fatto solo per me, ma per tutti. Esme e Carlisle ed Emmett. Non tanto per Alice, comunque avrei detto… Ma Alice era stata così sicura che le cose avrebbero funzionato alla fine – che Edward non sarebbe stato capace di stare lontano dalla sua piccola fidanzata umana – che lei non si era preoccupata di addolorarsi. Alice aveva sempre vissuto in un mondo diverso dal resto di noi, chiusa nella sua realtà in continuo mutamento. Poiché Edward era l’unico che poteva partecipare a quella realtà, avevo pensato che la sua assenza (di lui) sarebbe stata più dura per lei. Ma lei era tranquilla come sempre, vivendo in avanti, la sua mente in un tempo che il suo corpo non aveva ancora raggiunto. Sempre così <calma. Comunque lei era stata così pazza di dolore quando aveva visto Bella saltare… Ero stata troppo impaziente? Avevo agito troppo presto? Potevo lo stesso essere onesta con me stessa, perché Edward avrebbe visto qualsiasi meschinità nella mia decisione appena fosse tornato a casa. Potevo riconoscere le mie cattive intenzioni, accettarle ora. Si, ero gelosa di ciò che Alice provava per Bella. Alice sarebbe corsa così rapidamente, in preda al panico, se fossi stata io che lei avesse visto saltare giù dalla scogliera? Doveva amare quella comune ragazza umana così tanto più di quanto amava me? Ma quella gelosia era solo una piccola cosa. Poteva aver accelerato la mia decisione, ma non l’aveva controllata. Avrei comunque chiamato Edward. Ero sicura che lui preferiva la mia onestà schietta piuttosto che l’inganno più gentile degli altri. La loro gen tilezza era condannata fin dall’inizio; alla fine Edward sarebbe tornato a casa. E adesso poteva tornare a casa prima. Non era solo la contentezza della mia famiglia che mi mancava. Onestamente mi mancava anche Edward. Mi mancavano i suoi piccoli rimproveri taglienti, l’ingegno tetro che era più in armonia con il mio senso oscuro dell’umorismo, della natura giocosa e solare di Emmett. Mi mancava la musica – il suo stereo che mandava a tutto volume la sua scoperta musicale, e il piano, il suono di Edward che portava i suoi di solito remoti pensieri nella trasparenza attraverso la canzone. Mi mancava il suo canticchiare nel garage accanto a me mentre assemblavamo le macchine, l’unica volta in cui eravamo perfettamente in sintonia. Mi mancava mio fratello. Di sicuro non mi avrebbe giudicato troppo duramente quando avesse visto questo nei miei pensieri. Sarebbe stato sgradevole per un momento, lo sapevo. Ma prima lui fosse tornato a casa, prima noi potevamo tornare di nuovo alla normalità… Cercai nella mia mente una qualche pena per Bella, e fui contenta di trovare che mi addoloravo per la ragazza. Un po’. Per lo meno era tanto: lei aveva reso felice Edward in un modo in cui non l’avevo mai visto prima. Naturalmente lei lo aveva anche reso più misero di qualsiasi altra cosa nei suoi cento anni di vita. Ma mi sarebbe mancata la pace che lei gli aveva dato in quei pochi brevi mesi. Potevo veramente rammaricarmi per la sua perdita. Questa conoscenza mi fece sentire meglio con me stessa, soddisfatta. Sorrisi al mio viso nel vetro, incorniciato dai miei capelli dorati e le pareti rosso cedro del lungo soggiorno accogliente di Tanya, e provai gioia alla vista. Quando sorridevo non c’era donna o uomo su questo pianeta, mortale o immortale, che poteva competere con me per bellezza. Era un pensiero confortante. Forse non ero la persona più facile con cui vivere. Forse ero superficiale ed egoista. Forse avrei potuto sviluppare un carattere migliore se fossi nata con un viso bruttino e un corpo comune. Forse sarei stata più felice in quel modo. Ma questo era impossibile da dimostrare. Io avevo la mia bellezza; era qualcosa su cui potevo contare. Sorrisi più ampiamente. Il telefono suonò e automaticamente strinsi la mia mano, sebbene il suono venisse dalla cucina, non dal mio pugno. Seppi all’improvviso che era Edward. (Stava) Chiamando per controllare l’informazione che gli avevo dato. Non si fidava di me. Apparentemente lui pensava che io fossi crudele abbastanza da scherzare su questo. Mi acciglia e svolazzai verso la cucina per rispondere al telefono di Tanya. Il telefono era nella perfetta estremità del lungo banco da macellaio. Lo afferrai prima che il primo squillo finisse, e voltai il viso verso la porta alla francese mentre rispondevo. Non volevo ammetterlo, ma sapevo che stavo guardando fuori per il ritorno di Emmett e Jasper. Non volevo che loro mi sentissero parlare con Edward. Loro si sarebbero arrabbiati… “Si?” domandai. “Rose, devo parlare con Carlisle adesso,” scattò Alice. “Oh, Alice! Carlisle sta cacciando. Cosa – ?” “Bene, appena tornerà.” “Cosa c’è? Lo rintraccerò subito e ti farò chiamare – “ “No,” Alice interruppe di nuovo. “Sarò su un aereo. Ascolta, hai avuto notizie da Edward?” Era strano come il mio stomaco si contorcesse, sembrava scivolare più in basso nel mio addome. Quella sensazione portò con sé uno strano déjà vu, una debole traccia di un ricordo umano da tempo perduto. Nausea… “Bene, si, Alice. Effettivamente ho parlato con Edward. Proprio alcuni secondi fa.” Per un breve secondo accarezzai l’idea di far finta che Edward mi avesse chiamato solo per coincidenza. Ma naturalmente non c’era motivo di mentire. Edward mi avrebbe dato abbastanza problemi quando fosse tornato a casa. Il mio stomaco continuò a contorcersi stranamente, ma lo ignorai. Decisi di essere arrabbiata. Alice non avrebbe dovuto scattare con me in quel modo. Edward non voleva bugie; lui voleva la verità. Mi avrebbe appoggiato su questo quando fosse tornato a casa. “Tu e Carlisle avevate torto,” dissi. “Edward non apprezzerebbe che gli si menta. Lui vorrebbe la verità. Voleva la verità. Così gliel’ho data. L’ho chiamato… l’ho chiamato molte volte,” ammisi. “Fino a che ha risposto. Sarebbe stato sbagliato mandargli…un messaggio.” “Perché?” Alice annaspò. “Perché lo hai fatto, Rosalie?” “Perché prima lo supera, prima le cose torneranno alla normalità. Non sarebbe stato più facile con il tempo, così perché rimandarlo? Il tempo non cambierà niente. Bella è morta. Edward starà male e poi lo supererà. Meglio che cominci ora piuttosto che dopo.” “Bene, ti sbagli su entrambe le cose, comunque, Rosalie, così questo è un problema, non pensi?” chiese Alice in un tono feroce, cattivo. Torto su entrambe le cose? Sbattei le palpebre rapidamente, cercando di capire. “Bella è ancora viva?” sussurrai, non credendo alle parole. Cercando di capire a quali a cose Alice si stava riferendo. “Si, è giusto. Lei sta assolutamente bene – “ “Bene? Tu l’hai vista saltare giù da una scogliera!” “Mi sono sbagliata.” Le parole suonarono così strane nella voce di Alice. Alice che non aveva mai torto, non veniva mai colta di sorpresa… “Come?” sussurrai. “E’ una lunga storia.” Alice si era sbagliata. Bella era viva. Ed io avevo detto… “Bene, hai fatto abbastanza confusione,” borbottai, trasformando il mio imbarazzo in accusa. “Edward sarà furioso quando tornerà a casa.” “Ma tu hai torto anche su questo,” disse Alice. Potevo dire che lei stava parlando a denti stretti. “Questo è il motivo per cui sto chiamando…” “Torto su cosa? Che Edward torna a casa? Naturalmente lo farà.” Risi in modo beffardo. “Cosa? Pensi che lui stia andando a imitare Romeo? Ha! Come qualche stupido, romantico – “ “Si,” sibilò Alice, la sua voce come il ghiaccio. “Questo è esattamente quello che ho visto.” La dura convinzione delle sue parole mi fece tremare le ginocchia. Mi aggrappai a una trave del muro di cedro per sostenermi – un sostegno di cui il mio corpo duro come il diamante poteva non aver bisogno. “No. Non è così stupido. Lui – lui deve capire che – “ Ma non riuscii a finire la frase, perché vidi nella mia testa, una visione di me stessa. Una visione di me. Un’impensabile visione della mia vita se in qualche modo Emmett cessava di esistere. Rabbrividii all’orrore dell’idea. No – non c’era paragone. Bella era solo umana. Edward non voleva che lei fosse immortale, così non era la stessa cosa. Edward non poteva sentirsi nello stesso modo! “Io – io non intendevo che fosse così, Alice! Volevo solo che lui tornasse a casa!” La mia voce era quasi un mugolio. “E’ un po’ tardi per questo, Rose,” disse Alice, più dura e fredda di prima. “Risparmia il rimorso per qualcuno che ci crede.” Ci fu un click, e poi un tono di chiamata. “No,” sussurrai. Scossi la testa lentamente per un momento. “Edward deve venire a casa.” Fissai il mio viso nel pannello di vetro della porta alla francese, ma non riuscii più a vederla. Era solo una macchia informe di bianco e oro. Poi, attraverso la macchia, lontano nei boschi distanti, un enorme albero ondeggiò in maniera strana, fuori dal tempo con il resto della foresta. Emmett. Detti uno strattone alla porta. Essa sbattè duramente contro il muro, ma il suono era lontano dietro di me mentre correvo nel verde. “Emmett!” gridai. “Emmett, aiuto!”
- Spoiler:
Questa è la parte più ampia che ho tagliato in New Moon;principalmente riguarda il sesto capitolo originale più sette scene minori che avrebbero continuato durante il romanzo la faccenda del "scholarship".Lo trovavo qualcosa di divertente ma i miei editori non erano daccordo.Non era necessario,quindi è stato sacrificato sull' altare della pubblicazione. (questa,penso si sia capito,è la Meyer che parla delle parti tagliate,siamo fuori dal libro)
Parte1:il giorno seguente all'uscita di Bella con Jessica al cinema (the day after Bella goes to the zombie movie with Jessica..siccome ci sono dele frasi che non si possono tradurre parola per parola spero vi vada bene come le scrivo..come questa frase..faccio il meglio che posso^^)
In alcune rare occasioni sentivo ancora la mancanza di Phoenix,quando provocata.Adesso,per esempio,quando mi sono diretta alla Forks Federal Bank per depositare il mio stipendio.Cosa non darei per la comodità di un cassiere automatico.O al massimo per l'anonimità di uno straniero dietro la scrivania. "Buon pomeriggio,Bella"mi salutò la madre di Jessica. "Salve Mrs.Stanley" "E' così carino che tu sia uscita con Jessica l'altra sera.Era da troppo a lungo(It's been a too long)" Schioccò la lingua verso di me,sorridendo,per renderlo un suono amichevole.Qualcosa nella mia espressione non doveva andare perchè il sorriso si fece improvvisamente rigido e lei fece correre nervosamente una mano ai capelli,dove si bloccò per un minuto;i suoi capelli erano ricci come quelli di Jessica (qui segue questa frase e non so proprio come buttarla giù :sprayed into a stiff arrangement of rigid ringlets..riguarda sempre i suoi boccoli comunque) Sorrisi di rimando,realizzando che era un secondo troppo tardi.I miei tempi di reazione erano arruginiti. "si," dissi in quello che speravo fosse un tono socievole." Sono stata così impegnata,sai.Scuola..lavoro..." mi inerpicavo per pensare a qualcos'altro da aggiungere alla mia corta lista,ma rimase bianca. "Certo" sorrise lei più caldamente,probabilmente contenta che la mia risposta suonasse come qualcosa di normale e ben aggiustato. Improvvisamente mi venne in mente che quando avessi appreso qual'era la ragione del suo sorriso avrei potuto non scherzare su me stessa.Chissà cosa le aveva raccontato Jessica riguardo la sera prima (c'è scritto "who knows..."ma ho tradotto con chissà perchè mi sembra più corretto così). Qualunque cosa fosse non era completamente immotivata.Ero la figlia dell'eccentrica ex di Charlie,l'insanità poteva essere genetica.Ex socia dei freaks della città:saltai rapidamente oltre quello (that one),ritirandomi.Recente vittima di un coma ambulante.Decisi che c'erano abbastanza ragioni per il mio essere pazzesca,senza includere perfino le voci che sentivo adesso,e mi chiesi se la signora Stanley pensasse realmente questo. Lei dovette vedere la speculazione nei miei occhi.Guardò velocemente altrove,fuori dalle finestre dietro di me. "Lavoro," ripetei,richiamando la sua attenzione e misi il mio stipendio sul bancone. "Il perchè sono qui,ovviamente" Lei sorrise ancora.(qui la frase inizia con "her lipstick was cracking as the day progressed.." non sono riuscita molto bene a capire cosa centra cracking,la traduzione però dovrebbe essere esatta) Il suo rossetto si stava increspando man mano che il giorno progrediva,ed era chiaro che lei aveva disegnato le sue labbra più piene di quello che erano in realtà. "Come vanno le cose al negozio dei Newton?" chiese brillantemente. "Bene.La stagione si sta tirando su," dissi automaticamente,benchè guidasse fino al parcheggio dell' Olympic Outfitter ogni giorno.Le sarebbe piaciuto vedere macchine sconosciute. Probabilmente lei conosceva il flusso e deflusso degli affari degli imballaggi meglio di me. Annuì col capo assentemente mentre picchiettava la tastiera del computer di fronte a lei. I miei occhi vagarono per lo sportello marrone scuro con la relativa linea di settant'anni arancio luminoso ai bordi. I muri e il tappeto erano stati aggiornati ad un grigio più neutro,ma lo sportello attestava l'originale decoro dell'edificio. "Mhhhhh" il mormorio della signora Stanley era in una nota più alta del normale.Le lanciai un occhiata,solo per metà interessata,chiedendomi se c'era un ragno sulla scrivania che l'avesse terrorizzata. Ma i suoi occhi erano ancora fissi sul monitor.Le suo dita erano senza movimento adesso,la sua espressione sorpresa e non confortevole.Aspettai ma lei non disse nient'altro. "Qualcosa non và?" Newton's aveva passato lo stipendio con degli errori? "No,no" lei mormorò velocemente,guardandomi con uno strano barlume negli occhi. Sembrava che cercasse di reprimere qualche tipo di eccitazione. Mi ricordò Jessica quando ha qualche nuovo gossip che vuole condividere. "Vuoi una stampa del tuo bilancio?" chiese ardentemente la signora Stanley.Non era mia abitudine,il mio conto cresceva così lentamente e prevedibilmente che non era troppo difficile calcolarlo nella mia testa.ma il suo cambiò di tono mi incuriosì. Cosa c'era sullo schermo del computer che l'aveva affascinata? "Certo"concordai. Lei schiacciò un tasto e la stampante velocemente fece uscire una specie di documento. " Tieni." Tirò fuori la carta con una tale rapidità che la strappò in due. "Oops!Mi dispiace" fluttuò intorno alla scrivania,senza mai incontrare il mio sguardo fisso,fino quando trovò un rotolo di scotch.Attacò i due pezzi di carta insieme e li spinse fuori a me. "ehm,grazie" borbottai. Con il biglietto in mano mi girai e mi diressi verso la porta di fronte,dando una veloce furtiva occhiata per vedere e potessi dire qual'era il problema della signora Stanley. Credevo che il mio conto sarebbe dovuto crescere di di circa cinquecentotrentacinque dollari. Sbagliavo. Erano cinquecentotrentasei piuttosto che trentacinque. E c'erano anche ventimila dollari di supplemento extra. Congelai dove ero,cercando di capire i numeri. Il conto era di ventimila dollari maggiore prima del mio deposito di oggi,il quale era stato aggiunto correttamente. Per un breve minuto considerai di chiudere immediatamente il mio conto. Ma,sospirando una volta,tornai allo sportello dove la signora Stanley stava aspettando con luminosi,interessati occhi. " C'è qualche tipo di errore col computer signora Stanley " le dissi ripassandole indietro il foglio di carta " It should only be the fifteen thirty-six fifty." Lei rise cospiratioria. " Pensavo fosse un pò strano." "Nei miei sogni,giusto?" risi di rimando,impressionandomi con la normalità del mio tono. Introdusse rapidamente dei dati nel computer. "Vedo qui il problema...mostra un deposito di ventimila dollari tre settimane fa da..hmmm..un altra banca come questa.Immagino che qualcuno abbia dato i suoi numeri sbagliati." "Quante difficoltà avrò se faccio un ritiro?" scherzai. Assentemente rise di soppiatto e continuò a inserire dati nel computer. " Hmmm.." disse nuovamente,la sua fronte si stava corrugando in tre profonde pieghe. "Sembra che questo sia un trasferimento via telegramma.Non ne abbiamo molti di questi.Sai cosa? Dovrò fargli dare un occhiata dalla signora Gerandy..." la sua voce si spense mentre si spostava dal computer,allungando il suo collo per guardare attraverso la porta aperta dietro di lei. "Charlotte,sei occupata?" chiamò. Non ci fu nessuna risposta. La signora Stanley prese l'estratto conto e camminò velocemente attraverso la porta dove dovevano esserci gli uffici. Rimasi a fissare per un minuto dopo che se ne fu andata,ma non riapparve. Girai attorno e guardai assentemente fuori dalle finestre di fronte a me,osservando la pioggia scivolare giu dal vetro. La pioggia correva in flussi imprevedibili,a volte curvandosi nel vento.Non avevo idea del tempo che avevo atteso. Provavo a lasciare la mia mente a galleggiare nel bianco,non pensando a niente.Non potevo tornare a quello stato di semi-coscienza. Finalmente sentii nuovamente delle voci dietro di me.Mi girai per vedere la signora Stanley e la moglie del dottor Gerandy --?filing out--dalla stanza di fronte entrambe con gli stessi sorrisi gentili sui loro volti. "Sono spiacente Bella," disse la signora Gerandy. " Dovrei riuscire a chiarire questa faccenda con una telefonata veramente corta. Se lo vuoi puoi aspettare." Indicò una fila di sedie in legno contro il muro. (The looked like they belonged with someone's dining room table..qui non sono sicura della traduzione,dovrebbe essere qualcosa sul fatto che guardandole si aveva l'impresione che fossero appartenute alla tavola di qualcuno) "Okay" concordai. Camminai dall'altra parte fino alle sedie e sedetti esattamente al centro,improvvisamente desiderando di avere un libro. Non leggevo da molto,fuori da scuola. E perfino a scuola,quando qualche ridicola storia d'amore faceva parte del programma di studi.(I would cheat with cliff notes...questa frase deve essere un modo di dire inglese perchè la traduzione sarebbe: Copiavo dagli appunti della scogliera...a meno che al posto di cliff non intendessero Cliff come nome..il che avrebbe più senso). Era un vero sollievo lavorare su "La fattoria degli animali" adesso. Ma c'erano altri libri sicuri. Thriller politici. Misteri di omicidi. I macabri omicidi non davano problemi,finchè non c'erano ingenui romantici intrecci secondari. di cui occuparsi.Questo (si riferisce al pensiero) prese abbastanza tempo da irritarmi. Ero stanca di di guardare la noiosa stanza grigia,senza un quadro ad alleviare i muri bianchi. Non sopportavo guardare la signora Stanley che si spostava attraverso un mucchio di fogli,ora fermandosi per inserire qualche dato nel computer.Alzò lo sguardò su di me una volta e quando incontrò il mio sguardo fisso,apparve a disagio e lasciò cadere uno schedario. Potevo sentire la voce della signora Gerandy,un vago mormorio trascinato fuori dall'altra stanza,non era chiaro ma era sufficiente per farmi capire che aveva mentito riguardo alla necessità della lunghezza della telefonata. (Qui faccio un pò fatica a metterlo giù in italiano,Bella parla di mantenere la sua mente vuota,la tr aduzione non è letterale ma il concetto è quello...credo^^) C'è un limite di lunghezza che chiunque può prevedere per mantenere la sua mente vuota,ma se la fine non arriva presto (intende la fine della necessità di mantenere da sola la mente vuota),non sarei stata capace di aiutare la mente a rimanere vuota.(scusate l'italiano maccheronico ma era molto più semplice da leggere in inglese questa parte).Avrei dovuto pensare. Iniziai ad andare nel panico silenziosamente,cercando di venirne fuori con un soggetto (a cui pensare) sicuro. Fui salvata dalla ricomparsa della signora Gerandy. Le sorrisi riconoscente quando spinse dentro alla porta la testa,i suoi spessi e bianchi capelli catturarono immediatamente i miei occhi. "Bella ti dispiace raggiungermi?" chiese e realizzai che aveva un telefono appoggiato all'orecchio. "Certo" borbottai e scomparse. La signora Stanley aprì la porta alla fine dello sportello per lasciarmi entrare. Il suo sorriso era assente e non incontrò i miei occhi. Ero assolutamente certa che stesse pianificando di origliare la conversazione. La mia mente corse attraverso ogni immaginabile possibilità che mi precipitassi indietro nell'ufficio. Qualcuno stava riciclando denaro tramite il mio contocorrente. O forse Charlie stava prendendo bustarelle e io gli stavo soffiando la copertura. Chi possedeva quella quantità di denaro per corrompere Charlie,poi? Forse Charlie era in qualche banda criminale,prendeva tangenti e usava il mio conto per riciclare il denaro. No,non potevo sopportare di dipengere Charlie in una banda. Forse era Phil. Quanto bene conoscevo Phil,dopotutto?
La signora Gerandy era ancora al telefono e fece segno con il mento verso le sedie pieghevoli di metallo di affacciate alla sua scrivania. Stava scarabocchiando velocemente sul retro di una busta. Mi sedetti,domandandomi se Phil avesse un passato oscuro e se io stavo per finire in prigione. " Grazie,si.Bene,penso sia tutto.Si,si.Molte grazie per il suo aiuto" la signora Gerandy sprecò un sorriso verso ricevitore prima di riagganciare. Non appariva arrabbiata o scura,piu che altro eccitata e confusa. Questo mi ricordò della signora Stanley nel corridoio. Accarezzai per un secondo l'idea di saltare attraverso la porta e spaventarla. Ma la signora Gerandy parlò. "Bene,ho delle novità veramente belle per te...benchè non possa immaginare come tu non sia informata di questo.." rimase a fissarmi criticamente,come se si aspettasse che mi dessi uno schiaffo in fronte e dicessi -oh,QUEI ventimila dollari!erano completamente scivolati fuori dalla mia mente!- "Buone notizie?" ripetei. Le sue parole implicavano che questo errore fosse troppo complicato da dipanare per lei e lei era sotto l'impressione che io fossi più ricca di quello che credavamo pochi minuti prima. "Bene,se tu davvero non lo sai...bè congratulazioni! Hai ricevuto una borsa di studio dalla..." abbassò lo sguardo sui sui annotamenti scarabocchiati " la Pacific Northwest Trust." " Una borsa di studio?" ripetei incredula. " Si,non è eccitante?Per l'amor del cielo, potrai andare a qualsiasi college vorrai!" Fu in quel preciso istante,mentre lei rivolgeva sorrisi radiosi alla mia buona fortuna,che io seppi esattamente da dove venivano i soldi. Nonostante l'improvviso flusso di rabbia,di sospetto, d'oltraggio e dolore provai a parlare tranquillamente. " Una borsa di studio che deposita ventimila dollari nel mio conto," notai "Invece di pagarli alla scuola.Senza nessuna garanzia che io li usi per la scuola " La mia reazione la sconvolse. Sembrò offesa dalle mie parole. " Sarebbe veramente sconsigliabile non usare questi soldi a questo scopo,Bella cara. Questa è un opportunità che capita una volta nella vita." " Certamente." dissi acida. "E questa Pacific Northwest Trust ha menzionato perchè hanno scelto me esattamente?" Lei guardò di nuovo i suoi appunti con un leggero cipiglio dovuto al mio tono. " E' una cosa davvero prestigiosa..Non assegnano ogni anno una borsa di studio come questa." "Ci scommetterei." Mi gettò uno sguardo e guardò rapidamente altrove. "La banca a Seattle che controlla le amministrazioni fiduciarie mi hanno inoltrato all'uomo che amministra gli stanziamenti delle borse di studio. Ha detto che queste borse vengono assegnate in base al merito,al sesso e alla posizione.Sono destinate a studentesse in piccole città che non hanno disponibili opportunità in città maggiori" Sembrava che qualcuno credesse che fosse divertente. "Merito?" chiesi disapprovando "Io ho una media di voto di 7,3. Posso nominare tre ragazze a Forks con voti migliori dei miei,e una di queste è Jessica.Inoltre io non ho mai fatto domanda per questa borsa di studio." Ora era davvero sconvolta,alzando la sua penna e mettendola giù nuovamente nuovo,tormentando il pendaglio che indossava tra il pollice e l'indice. Controllò nuovamente tra i suoi annotamenti. "Lui ha detto che...."abbassò gli occhi sulla busta,insicura su cosa fare dato il mio attegiamento. " Loro non accettano domande.Le prendono tra le richieste scartate per altre borse di studio e scelgono quelle che ritengono siano state ingiustamente trascurate.Loro avevano il tuo nome da richiesta che avevi spedito per un finanziamento basato sui meriti per la University of Washington." Sentii gli angoli della mia bocca piegarsi all'ingiù. Non ero a conoscenza del fatto che la richiesta fosse stata rifiutata. Era qualcosa che avevo compilato tanto tempo fa,prima...(intende prima che Edward partisse) E non l'avevo seguita a nessun altra possibilità,benchè ne avessi trascurato la scadenza(?boh).Non sembravo poter focalizzare il futuro.Ma la University of Washington era l'unico posto che mi avrebbe tenuta vicino a Forks e Charlie. "Da dove prendono le richieste non accettate?" chiesi monotonamente. "Non ne sono sicura,cara" la signora Gerandy non era contenta.Voleva dell'entusiasmo e stava diventando ostile. " Ma l'amministratore ha lasciato il suo numero nel caso io avessi avuto qualsiasi domanda,puoi chiamarlo tu stessa.Sono certa che potrà rassicurarti sul fatto che questi soldi sono per te." Su questo non avevo dubbi. "Vorrei il suo numero." Lei scrisse velocemente su un pezzo di carta da buttare strappato.Presi mentalmente nota di una donazione anonima di un blocchetto di post-it alla banca. Il numero indicava una grande distanza. "Suppongo non abbia lasciato un indirizzo e-mail?" chiesi scettica. Non volevo far alzare la bolletta di Charlie. "Veramente si," lei sorrise felice di avere qualcosa che sembrassi volere.Lei allungò una mano attraverso il tavolo per scrivere sul mio scarto di carta. "Grazie.Mi metterò in contatto con appena sarò a casa." La mia bocca era una linea dura. "Dolcezza," disse la signora Gerandy esitante. "Dovresti essere felice di questo. E' un occasione grandiosa." " Non prenderò ventimila dollari che non ho meritato." Risposi cercando di mantenere il tono d'oltraggio fuori dalla mia voce. Lei morse il suo labbro e guardò nuovamente in basso. Pensava fossi anche pazza. Bene,stavo per farglielo dire ad alta voce. "Cosa?"domandai. "Bella..." fece una pausa a aspettò a denti stretti. "Sostanzialmente sono più di ventimila dollari." "Mi scusi?"dissi con voce spezzata "Di più?" "Ventimila è solo il pagamento iniziale,infatti.Da adesso riceverai cinquemila dollari ogni mese,fino alla fine della tua carriera universitaria.Se ti iscriverai in una scuola laureata (credo intenda se si iscriverà in una scuola dopo la laurea,per prendere qualcosa come una specializzazione) la borsa continuerà a pagare!" Man mano che me ne parlava si eccitava sempre di più. Inizialmente non potei parlare,ero troppo livida.Cinquemila dollari al mese per un tempo illimitato. Volevo frantumare qualcosa. "Come?" riuscii a buttare fuori. "Non capisco ciò che intendi." "Come riceverò cinquemila dollari mensilmente?" "Saranno spostati su questo conto per telegraficamente." rispose perplessa. Ci fu un breve secondo di silenzio. "Chiuderò questo acconto adesso" dissi con voce piatta. Mi ci volle un quarto d'ora per convicerla che ero seria.Possedeva un rifornimento senza fine di ragioni per le quali questa era un idea pessima. Discussi animatamente fino quando alla fine mi accorsi che lei era preoccupata di darmi in mano i ventimila dollari. Erano troppi da trasportare in mano? "Guardi,signora Gerandy" la rassicurai "voglio ritirare soltanto i miei 1500 dollari. Apprezzerei veramente molto se lei rinviassi gli altri soldi indietro da dove provengono.Sistemerò i conti con questo..." presi in mano il mio pezzetto di carta strappato "Signor Isaac Randall.E' veramente un mistero." Questo sembrò rilassarla. Circa venti minuti dopo,con una mazzeta di di cento banconote da 15 dollari,una da venti,una da dieci,una da cinque,una da uno e 50 centesimi fugìì dalla banca con sollievo. La signora Stanley e la signora Gerandy stavano fianco a fianco allo sportello, fissandomi con occhi spalancati.
**** Scena 2 : la stessa notte,dopo aver comprato le motociclette e aver visitato Jacob per la prima volta...
Mi chiusi la mia porta alle spalle tirando fuori il mio fondo per il college dalla tasca.Sembrava veramente piccolo arrotolato nella mia mano.Lo infilai nel dito di un calzino spaiato e lo spinsi nel fondo del cassetto della mia biancheria intima. Probabilmente non era il nascondiglio più originale,ma mi sarei preoccupata più tardi di trovare fuori qualcosa di più originale. Nell'altra mia tasca c'era il pezzo di carta strappato con il numero di telefono e l'indirizzo e-mail di Isaac Randall. Lo estrassi e lo lasciai sulla tastiera del mio computer,poi diedi un colpetto al pulsante d'accensione sfruttando il mio piede (penso la traduzione sia questa,dato che "tapping" a qualcosa come 12 significati ),mentre lo schermo iniziava ad accendersi lentamente di vita. Quando fui connessa aprìì il mio account e-mail gratuito.Procrastinai (non so in italiano cosa significa...ma è giusto),prendendomi il tempo di cancellare la montagna di spam che si era accumulata da quando avevo scritto pochi giorni prima a Renèe.(questa frase non riesco a metterla giù bene in italiano quindi spiego a parole mie..in caso la tradurrà qualcun altro "Eventually I was out of busy work,and i pulled up a fresh composition box" è il pulled up che mi incasina!Comunque Bella dopo essersi liberata del lavoro di liberare la sua casella da ogni spam dice di trovarsi finalmente di fronte una casella di posta vuota,libera.) L'indirizzo e-mail era per "irandall",perciò supposi che sarebbe arrivato direttamente all'uomo che volevo..(Irandall sarebbe l'indirizzo di posta,per queso Bella suppone che arrivi direttamente al signor Randall..cioè Ed) Caro signor Randall, scrissi. Spero si ricordi della sua conversazione di questo pomeriggio con la signora Gerandy della Forks Federal Bank. Il mio nome è Isabella Swan e apparentemente lei è dell'impressione che mi debba essere assegnata una davvero molto generosa borsa di studio dalla The Pacific Northwest Trust Company. Sono spiacente,ma non posso accettare questa borsa di studio.Ho chiesto che i soldi che ho già ricevuto vengano rinviati al contocorrente da cui provengono e ho chiuso il mio conto alla Forks Federal Bank. Perfavore assegni la borsa di studio a un altro candidato. Grazie, I. Swan
Questo mi costò un pò di prove perchè alla fine suonasse formale e senza ambiguità. La lessi un paio di volte prima di inviarla.Non ero sicura del modo in cui il signor Randalls avrebbe accolto (la mail) sulla falsa borsa di studio, ma non potevo vedere alcun sotterfugio nella mia risposta.
Scena 3 : poche settimante dopo,proprio prima dell' appuntamento di Bella e Jake con le moto... Quando tornai,afferrai la posta (--on the way in--?). Sfogliai rapidamente tra le bollette e gli annunci,fino a che non trovai la lettera nel fondo della pila. Era una normale busta commerciale,indirizzata a me,il mio nome era inusualmente scritto a mano. Guardai con interesse l'indirizzo di ritorno. Interesse che presto si trasformò in una nausea nervosa. La lettera era dell'ufficio degli stanziamenti delle borse di studio della Pacific Northwest Trust. Non c'era l'indirizzo di una strada sotto il nome. Probabilmente era solo un formale riconoscimento del mio rifiuto,mi dissi. Non c'era ragione per sentirsi nervosa. Nessuna ragione affatto,eccetto per il piccolo dettaglio che pensando troppo accuratamente a qualsiasi parte di questo avrebbe potuto spedirmi giù in una spirale nel mondo degli zombie. Buttai il resto della posta sul tavolo per Charlie, accumulando i miei libri sul pavimento del soggiorno e affrettandomi al piano di sopra. Una volta in camera mia,chiusi a chiave la porta e feci a pezzi la busta aperta. Dovevo ricordare di rimanere furiosa.La rabbia era la chiave. Cara signorina Swan, Mi consenta di congratularmi formalmente con lei per l' assegnazione della J.Nicholls Pacific Northwest Trust prestigiosa borsa di studio. Questa borsa di studio è assegnata solo raramente, e lei dovrebbe sentirsi orgogliosa di sapere che la Commissione di Stanziamento ha approvato il suo nome all'unanimità. Ci sono state alcune piccole difficoltà nell'assegnarle i soldi della sua borsa di studio, ma ciò non la riguarda/non la deve preoccupare. Ho preso ciò sotto la mia responsabilità per assicurarmi che a lei non venga il minimo disturbo. Troverà incluso un assegno circolare di venticinquemila dollari;il premio iniziale più la sua prima parte mensile. Ancora una volta mi congratulo per la sua realizzazione. Perfavore accetti i migliori auguri dell'intera società della Pacific Northwest Trust per la sua futura carriera scolastica. Distinti saluti, I. Randall
La rabbia non era un problema. Guardai dentro la busta,più che sicura ,che ci fosse un assegno scoperto. "Chi sono queste persone?" ringhiai attraverso i denti digrignati,schiacciando la lettera,con una mano,in una palla stretta. Mi mossi furiosamente con passo pesante fino al mio cestino per tirare fuori il numero di telefono del signor Randall. Non mi preoccupavo che fosse una grande distanza,sarebbe stata una conversazione veramente breve. "Oh,merda." sibilai. Il bidone era vuoto. Charlie aveva gettato la mia immondizia. Gettai la busta con l'assegno sul letto e rilisciai la lettera. Era una certificazione della compagnia (penso che come traduzione possa andare più o meno ma c'erano tantissime possibilità che si adattavano a questo contesto..ho messo quella che mi sembrava suonasse meglio..anche perchè i termini commerciali non li conosco nemmeno in italiano),con scritto all'inizio in verde scuro Pacific Noerthwest Scholarship Allocations Departement,ma non c'erano informazioni,nessun indirizzo,nessun numero di telefono. "Dannazione." Mi lasciai cadere con un tonfo sul bordo del letto,cercando di pensare lucidamente. Ovviamente loro mi avrebbero ignorato. Non ero in grado di rendere le mie sensazioni più lucide, questa non era un incomprensione.Probabilmente non avrebbe fatto differenza se avessi chiamato. Quindi c'era soltanto una cosa da fare. Riappallotolai la lettera,distruggendo anche la busto con l'assegno e sgusciai al piano di sotto. Charlie era in salotto,con la Tv accesa ad alto volume. Andai al lavello della cucina e gettai le carta appallottolata dentro. Poi frugai nel cassetto delle cianfrusaglie varie fino quando trovai una scatola di fiammiferi. Ne accesi uno e lo infilai in un increspatura della carta. Ne accesi un altro e feci lo stesso:Ne avrei acceso almeno un terzo ma non ce n'era veramente bisogno,la carta bruciava vivacemente. "Bella?"chiamò Charlie sopra il suono della Tv. "Si,papà?" Rificcai nel cassetto i fiammiferi e lo chiusi silenziosamente. "Senti odore di fumo?" "No,papà." "Hmph." Risciacquai l'acquaio,assicurandomi che tutta la cenere fosse scesa nello scolo e facendo scorrere l'acqua per sicurezza. Tornai in camera mia,sentendomi un pò più calma. Avrebbero potuto mandarmi tutti gli assegni che volevano,pensai torva. Avrei sempre potuto prendere più fiammiferi quando si fossero esauriti.
Scena 4: durante il periodo che Jacob evita Bella...
Sullo scalino c'era un pacco della FedEx (per chi non lo sapesse è una compagnia di spedizioni..un pò come noi spediamo i pacchi per posta...solo che a differenza dei pacchi delle poste italiane,quelli della FedEx arrivano a destinzazione ^^). Lo presi curiosa,aspettandomi un indirizzo di spedizione dalla Florida,invece proveniva da Seattle. Non c'era nessun mittente elencato sul lato esterno del pacco. Era indirizzato a me,non a Charlie,qindi lo misi sul tavolo e strappai la linguetta con il bordo (del tavolo). Appena vidi il logo verde scuro della Pacific Northwest Trust sentìì come se (I felt like the stomach flu was coming back...io flu l'ho sempre usato cm influenza..ma qui nn avrebbe senso e sul vocabolario non ho trovato altre definizioni..forse intende vomito.beh..io lascio flu,vedete voi.) il flu dello stomaco stesse tornando su. Caddi nella sedia più vicina senza guardare la lettera,la rabbia cresceva lentamente. Non potevo obbligarmi a leggerlo,benchè non fosse lungo.Lo tirai fuori e lo misi a faccia in giù sul tavolo e riguardai riluttante dentro il pacco per vedere cosa c'era sotto (il biglietto che ha appena tolto). Era un imballaggio di carta da pacchi rigonfio. Avevo paura di aprirlo,ma ero anche abbastanza arrabbiata per strapparlo fuori,ad ogni modo. La mia bocca era una linea rigida mentre strappavo la carta senza preoccuparmi di aprire la linguetta (probabilmente per aprire quegli imballaggi ci sono delle linguette da tirare..come per i kinder bueno..non so se si capisce il senso della frase). Non avevo bisogno di un promemoria per l'irritazione. Avevo abbastanza (cose) di cui occuparmi. Ero scioccata e anche non sorpresa. Cos'altro sarebbe potuto essere: tre spesse pile di banconote ordinatamente legate da larghi elastici. Sapevo esattamente quanto volessero forzare nelle mie mani. Sarebbero stati trentamila dollari. Sollevai cautamente la busta mentre mi alzavo e mi girai per lasciarlo cadere nel lavello. I fiammiferi erano all'inizio del cassetto delle cianfrusaglie,proprio dove li avevo lasciati l'ultima volta. Ne tirai fuori uno o lo accesi. Bruciava più vicino,sempre più vicino alle mie dita mentre fissavo l'odiosa busta.Non riuscivo a farlo lasciare dalle mie dita. Lo agitai prima che mi bruciacchiasse,la mia faccia si contorse in una smorfia schifata. Afferrai la lettera dal tavolo,arricciandola in una palla e lanciandola nell'altra metà dell'acquaio. Accesi un altro fiammifero e lo lasciai cadere sulla carta,guardando con cupa soddisfazione mentre bruciava. Allungai la mano per prendere un altro fiammifero.Di nuovo,lo trattenni,ardente,sopra la busta. Di nuovo bruciò vicino alle mie dita prima che lo gettassi nelle ceneri della lettera . Non potevo costringermi a bruciare trentamila dollari. Quindi cosa ne avrei fatto? Non avevo nessun indirizzo a cui rimandarli e ero più che sicura che la compagnia non esistesse realmente. Poi mi venne in mente che io avevo un indirizzo. Ributtai i soldi nella scatola della FedEx,tirando via l'etichetta così se qualcun'altro lo avesse trovato sarebbe stato impossibile collegarlo a me, e mi diressi fuori al mio pick-up,brontolando incoerentemente per tutta la strada. Mi promisi che questa settimana avrei fatto qualcosa di particolarmente spericolato con la mia moto. Se dovevo avrei preso in considerazione fare qualche prodezza saltando. Odiavo ogni centimetro della strada mentre serpeggiavo attraverso gli alberi tenebrosi,digrignando i denti finchè la mascella mi faceva male. Gli incubi sarebbero stati feroci quella notte,(fare questo) era come chiederlo. Gli alberi si stavano aprendo nelle felci,guidai fuoriosamente attraverso di esse ,lasciando una doppia linea di schiacciate (felci),diffondendo gambi spezzati dietro di me (suona male ma non saprei metterla meglio in italiano..). Mi fermai alla scalinata frontale,mettendomi in uno stato neutrale (...ehm..tradotto letteralmente,cioè così fa schifo,io metterei :cercando di mantenermi neutrale..) La casa era come al solito dolorosamente vuota,morta. Sapevo che stavo proiettando i miei sentimenti sulla sue relative visioni (di Edward..presumo..),ma quello non cambiava niente (uh?questa frase non la capisco nemmeno io..). Attenta a non vedere attraverso le finestre,camminai fino alla porta. Desiderai disperatamente di tornare uno zombie di nuovo solo per un minuto,ma l'intorpidimento era finito da tempo. Collocai attentamente la scatola sul gradino della porta e mi voltai per andarmene. Mi fermai in cima alla scalinata.Non potevo lasciare un mucchio di soldi davanti alla porta. Era sbagliato almeno quanto bruciarli. Con un sospiro ,tenendo i miei occhi bassi,mi rigirai indietro e afferrai la scatola oltraggiata. Forse avrei potuto donare i soldi anonimamente per una buona causa. Un offerta per persone con problemi sanguigni,o cose simili. Ma nel pick-up iniziai a scuotere la testa. Erano i suoi soldi,e,dannazione,se li sarebbe tenuti. Se fossero stai rubati dal suo portico,sarebbe stata una sua colpa,non mia. Il mio finestrino era aperto, e piuttosto che uscire (di nuovo),con sforzo scagliai la scatola più forte che potevo verso la porta. Non avevo mai avuto una gran mira. La scatola si fracassò rumorosamente attraverso la finestra,lasciando un foro così grande da sembrare l'oblò di una lavatrice. "Oh,merda!" boccheggiai a voce alta,coprendomi la faccia con le mani. Avrei dovuto sapere che non importava cosa facessi,avrei fatto comunque le cose sbagliate. Fortunatamente la rabbia si riaffermò subito. Questa era una sua colpa, ricordai a me stessa. Gli stavo soltanto restituendo la sua propietà. Questo era un suo problema che si era creato come di consueto. Inoltre il suono del vetro che si frantumava era qualcosa di fantastico,mi fece sentire leggermente meglio in modo perverso. Non mi ero relamente convinta (che fosse la cosa migliore),ma girai il pick-up e guidai via con indifferenza. Con questa conclusione era come se spedissi indietro i soldi da dove provenivano. E ora avevo un luogo di consegna clandestino di facile accesso per la scatola con la rata del mese prossimo. Questo era il meglio che potessi fare. Dopo essere andata a casa ci ripensai per un centinaio di volte. Tramite l'elenco telefonico cercai dei vetrai,ma non c'erano estranei a cui chiedere per aiuto. Come avrei spiegato l'indirizzo?Charlie mi avrebbe arrestato per vandalismo?
Scena 5:La prima sera che Alice torna,dopo aver visto il "suicidio" di Bella...
"Jasper non è voluto venire con te?" "Lui non approva il mio interferire." Tirai su col naso " Non sei la sola." Lei si irrigidì e poi si rilassò. "Ha qualcosa a che fare con il buco nella finestra della facciata di casa mia e la scatola piena di migliaia di dollari sul pavimento del soggiorno?" "Si" dissi rabbiosa."Scusa per la finestra è stato un incidente." "Questo è solito con te.Cos'ha fatto?" "Qualcosa chiamato The Pacific Northwest Trust mi ha assegnato una borsa di studio veramente strana e consistente.Non era più di un travestimento.Intendo,non posso immaginare che lui volesse che io sapessi che fosse lui,ma spero che non pensi che io sia una tale stupida." "Cosa!Che gran truffatore!" mormorò Alice. "Esattamente." "E ha detto a me di non guardare." Agitò la sua testa irritata.
Scena 6:Con Edward,la notte dopo l'Italia,nella stanza di Bella...
"C'è una ragione per cui il pericolo non può resisterti più di quanto possa io? " "Il pericolo non ci prova ( a starmi lontano) " mormorai. "Certamente. Questo suona come se tu fossi attivamente impegnata a scovare il pericolo. A cosa pensavi Bella? Ho individuato nalla mente di Charlie il numero delle volte che sei stata al pronto soccorso recentemente. Ti ho detto che sono furioso?" La sua suonava decisamente più sofferente che furiosa. " Perchè? Non ti riguarda." dissi imbarazzata. "Veramente, devo ricordarti specificatamente che mi avevi promesso di non fare niente di avventato?" Il mio diniego fu veloce. "E tu non avevi promesso qualcosa sulla non-interferenza?" "Quando tu stavi per attraversare la linea" lui corresse attentamente. "Io stavo mantenendo la mia parte del patto." "Oh,è così? Tre parole Edward :Pacific. Northwest. Trust." Lui alzò la sua testa per guardare me;la sua espressione era tutta stupore e innocenza,troppa innocenza. "Questo si presume dovrebbe significare qualcosa per me?" "Questo è proprio insultare " protestai " Quanto credi che sia stupida?" "Io non ho idea di cosa stai parlando," disse,con gli occhi spalancati. "Comunque.."borbottai.
Scena 7: la conclusione di questo filone:la stessa notte-mattina,quando loro arrivano a casa Cullen per la votazione...
Improvvisamente,la luce del portico mi colpì,e potei vedere Esme in piedi sulla soglia della porta. I suoi ondulati capelli color caramello erano tratenuti indietro,e teneva in mano una specie di cazzuola. "Sono tutti a casa?" Chiesi speranzosa mentre salivamo i gradini. "Si,lo sono." mentre parlava le finestre si riempirono di luce all'improvviso. Guardai attraverso la più vicina per vedere chi ci aveva notato. Ma una formella velata di una fanghiglia viscida e appicicosa appoggiata sul davanzale catturò i miei occhi.Guardai la liscia perfezione del vetro e realizzai cosa stava facendo Esme nel portico con una cazzuola. "Oh,Esme!Mi dispiace davvero molto per quella finestra!L'avrei..." "Non ti preoccupare di questa," mi interruppe con una risata "Alice mi ha raccontato la storia e devo dire che non ti avrei incolpato per averlo fatto con la tua mira." Guardò in cagnesco suo figlio,che stava guardando in cagnesco me. Alzai un sopracciglio. Lui guardò da un altra parte e bobottò qualcosa di indistinto circa un regalo di mille dollari...
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