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| Il libro di Edward | |
| | Autore | Messaggio |
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clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| Titolo: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 16:15 | |
| Ho visto questo sul sito di Twilight Italia, cosa ne pensate? Ma sono scritti dai fan vero? Sicuramente l'avrete già visto forse, non so... Breaking Dawn – I libro di Edward – Capitolo 5 Autore: Silvietta 2485 Capitolo 5 Isola Esme In un quarto d’ora raggiungemmo Port Angeles. Trascinai Bella esausta fino all’imbarco per Seattle. Era distrutta. In aereo si addormentò nuovamente col capo appoggiato alle mie ginocchia mentre le accarezzavo dolcemente i capelli. Era un bene che dormisse così non avrebbe posto domande sulla nostra meta mantenendo la sorpresa. Dovetti svegliarla arrivati a Seattle. < >, chiese delusa all’imbarco, leggendo la nostra prossima meta. <>, la rassicurai sorridendo. Una volta in aereo si riaddormentò di nuovo. A volte mi dimenticavo che fosse umana. Dovevo ricordarmi di farla mangiare:lei non se ne sarebbe preoccupata. Riuscii a trascinarla a mangiare qualcosa prima di raggiungere il banco dei voli internazionali, per il check-in. <, chiese più entusiasta di prima. <>, risposi senza darle troppa soddisfazione. Anche durante questo volo Bella si addormentò profondamente, incurante delle luci e delle voci, dormendo per tutto il giorno. Ogni tanto si agitava nel sonno pronunciando il mio nome, a volte sorridendo a volte imbronciandosi, e non potevo fare a meno di chiedermi cosa stesse sognando. Non riuscivo ancora a credere che fosse mia moglie:sorridevo estasiato a quel pensiero. A Rio prendemmo un taxi che ci portò al porto, dove ci aspettava lo yacht che gentilmente Carlisle mi aveva prestato. Caricai le valigie all’interno e poi aiutai Bella a salire, prima che cadesse in acqua, maldestra com’era. Puntai verso oriente a tutta velocità. Avevo guidato poche volte in mare e avevo dimenticato quanto fosse piacevole. Bella rimase silenziosa per tutto il tragitto. Non le chiesi il motivo. Magari stava pensando a dove la stavo portando o magari pensava a Jacob. Non potevo farci nulla, nonostante mi corrodesse l’idea:lui era parte di lei e io dovevo accettarlo. >, chiese Bella curiosa destandomi dai miei pensieri. Mi voltai per guardarla: era pietrificata nel sedile con le mani ben salde , probabilmente spaventata dalla mia guida. Sorrisi. <>, risposi, accelerando per accorciare i tempi. Quando scorsi la costa la chiamai. <>, dissi indicando il punto da osservare. La vidi fissare intensamente dove avevo indicato, cercando di individuare qualcosa. Forse l’avevo chiamata troppo presto. <>, disse dopo un po’. Mi voltai e le sorrisi orgoglioso. <>. Rallentai per avvicinarmi al molo illuminato dalla luce lunare. Spensi il motore e mi voltai verso Bella. <>, chiese con un sussurro. <>, risposi tranquillo. Carlisle aveva regalo l’isola ad Esme nel 1971, per il loro cinquantesimo anno di matrimonio. Erano stati davvero generosi a farci quel regalo di nozze. Ma sapevo che Esme ci teneva che tutto fosse semplice per Bella e pareva una buona idea portarla in quel posto così caldo. Posai le valigie sul molo e risalii per aiutare Bella. La sollevai tra le mie braccia per condurla in casa. <>, constatò mentre saltavo sul molo e afferravo le due valigie che avevo appoggiato poco prima. <>, risposi. In realtà avevo un bisogno eccessivo di sentirla vicino a me, di poter affondare il mio volto tra i suoi capelli. Mi incamminai silenziosamente, accompagnato dal ritmo del suo cuore che si faceva sempre più insistente. La guardai:non respirava più. Guardava fisso davanti a sé come ipnotizzata. Pensai che fosse assalita da un attacco di panico, lo stesso che attanagliava anche me. Posai le valigie sotto la veranda e aprii le porte. La guardai di nuovo, aveva ricominciato a respirare e aspettai un suo cenno prima di entrare. Bella mi fissò con i suoi grandi occhi illuminati dalla luna e io prosegui portandola in giro per le stanze, fino all’ultima:la camera da letto. Un grande letto bianco troneggiava nella stanza, letto che Esme aveva appositamente comperato per l’occasione. La lasciai scendere. <>, le bisbigliai all’orecchio. Feci più in fretta possibile e quando torrnai mi accorsi che Bella stava sudando:forse avevo ecceduto in pignoleria, forse era troppo caldo anche per lei. <>, dissi, sincero,accarezzandole la nuca per darle un po’ di sollievo. <>, mormorò. <>, ammisi ridacchiando nervosamente. Appoggiai le valige su una cassettiera bianca e preparai aperta quella di Bella, in caso le fosse servito qualcosa. Quando ne vidi il contenuto sorrisi tra me imbarazzato. Era piena zeppa di completini intimi molto poco casti che Bella non avrebbe mai trovato il coraggio di indossare. Non me la vedevo proprio…anche se…mi sarebbe piaciuto. Chissà quale altra visione aveva avuto ancora Alice per dotare Bella di quell’arsenale? Sentii Bella deglutire nervosamente e tornai ad occuparmi di lei. Dovevo darle tempo, come mi aveva consigliato Emmett. <>. <>, rispose a mezza voce. <>. Bella annuì rigida. Le sfiorai il collo con le labbra, scendendo fino alla punta delle sue spalle. <>.E, così dicendo, la lasciai sola, attraversando la portafinestra che dava sulla spiaggia e scrollandomi la camicia di dosso. Lasciai il resto dei vestiti appesi ad un albero ricurvo che si ergeva a pochi metri dall’acqua. L’acqua era caldissima e sperai che questo fosse un sollievo per Bella. Per me era piacevole sentire il suo corpo caldo,mentre per lei doveva risultare alquanto fastidioso il mio, freddo. Mi tuffai in acqua cercando di calmare l’agitazione che stava aumentando in me. Dovevo essere padrone della situazione per non farle del male, non dovevo perdere il controllo. Ma come sapevo se ce l’avrei fatta non conoscendo a cosa andavo incontro? Carlisle si fidava di me e credeva che tutto sarebbe andato per il meglio. Anche Alice mi aveva rassicurato. Ma allora, da dove nasceva tutta quella preoccupazione? Una strana consapevolezza sorse in me. Ero spaventato perché non sapevo cosa avrei dovuto fare, non sapevo come comportarmi. Tra tutti i libri che avevo letto nessuno aveva mai spiegato cosa fare in una situazione del genere. Per me era tutto nuovo, come lo era per Bella. Ogni sensazione,che lei aveva fatto nascere in me, era nuova e risvegliava la mia parte umana. Ricordai la conversazione con Emmett. Non c’era niente da sapere, da imparare, tutto sarebbe stato naturale. Bella ancora non si vedeva. Forse aveva cambiato idea, forse aveva ripensato alle parole di Jacob e aveva deciso di non affrontare questo momento, perlomeno da umana. Risalii in superficie, deciso ad andare a cercarla, quando sentii un fruscio dietro di me. Non mi mossi, rimasi immobile con lo sguardo immerso nell’oscurità del mare. Nascosi le mani in acqua, per nascondere i pugni, dovuti all’improvviso nervosismo e attesi il suo arrivo. Sentendola più vicina, riuscii a rilassarmi. Distesi i pugni e appoggiai i palmi della mano sull’acqua calda osservando i movimenti dell’acqua increspata provocati dall’avvicinamento di Bella. Il profumo mi invase. Appoggiò la sua mano sulla mia, delicatamente, avvicinandosi alle mie spalle. <>, disse. Voltai leggermente lo sguardo per vedere a cosa si riferisse e vidi che stava fissando la luna. <>, risposi indifferente. Mi voltai lentamente, desideroso di vederla e di avvolgerla tra le braccia. Era nuda…non me l’aspettavo. In realtà non avevo pensato a come mi avrebbe accolto ma non la pensavo così audace. Deglutii cercando di mantenere la calma. L’attrazione fisica che provavo verso di lei rasentava il desiderio che provavo per il suo sangue. La presi per mano, intrecciando le sue dita alle mie. <>,precisai. Sorrise, sollevando la mano libera che poggiò sul mio petto all’altezza del mio cuore. Il suo gesto provocò un tremore lungo tutto il mio corpo, come una scarica di eccitazione. Sospirai, agitato. <>, dissi, nervoso.<>. Annuì con espressione seria, continuando a fissarmi negli occhi. <>, mormorò.<>. L’avvolsi tra le mie braccia, scosso dalla verità delle sue parole. <>, aggiunsi, accarezzandole il viso. Era così tenera e fragile tra le mie braccia. Mi chinai per baciarla dolcemente, affondando le mie mani tra i suoi capelli. Lei si aggrappò con decisione alla mia schiena, ricambiando con passione il bacio. Ma, troppo presto, si allontanò da me,guardandomi incerta. Probabilmente si chiedeva se era andata troppo oltre. Potevo capirla:le avevo imposto così tanti divieti che ora non sapeva più cosa le era concesso fare e cosa no. L’attirai nuovamente verso di me, sollevandola per i fianchi per poter avvicinare il suo viso al mio. Si abbandonò tra le mie braccia con un sospiro rispondendo in modo inaspettato e molto più audacemente di quanto mi aspettassi : mi cinse il bacino con le gambe portandole dietro la mia schiena e affondando le labbra sul mio collo. Io sorrisi, lasciandola fare. <>, sussurrò al mio orecchio. Mi sentivo abbastanza forte da concedermi gesti molto più imprudenti di quello. In fin dei conti Alice aveva previsto che non sarebbe successo niente. Per tutta risposa iniziai ad accarezzarla, prendendo confidenza con il suo corpo, soffermandomi su ogni centimetro della sua pelle. Avevo sognato da sempre di poterla sfiorare in quel modo, sentirla fremere al mio tocco. Le sue mani, affondate nei miei capelli, scesero lungo le spalle e poi verso la schiena provocandomi brividi ad ogni cambiamento di direzione. Non avevo mai sentito pulsare il sangue di Bella tanto intensamente, né il suo cuore battere con una simile energia. Spostai le mie labbra giù, lungo il profilo della sua mascella, proseguendo lungo il collo verso l’incavo delle sue spalle. Aveva un profumo squisito che richiamava veleno nella mia bocca . Lo ricacciai giù con disgusto e continua ad occuparmi di lei, scendendo fino all’incavo del suo seno. Quando lo sfiorai con le labbra, inarcò la schiena, inclinando la testa all’indietro e premendo il suo bacino contro il mio. La sua pelle calda vibrava sotto il tocco delle mie mani , modellandosi sotto la mia pelle di pietra. Si era completamente lasciata andare e fremeva ad ogni mia carezza. Alzai gli occhi per guardarla:era bellissima. Teneva gli occhi chiusi, la testa rivolta all’indietro ed aveva le guancie sfumate di rosso. Si mordeva il labbro come se volesse attenuare i gemiti che uscivano dalla sua bocca. Ritornai alle sue labbra che si dischiusero in un caldo bacio e lei si soffermò a succhiarmi e a morderli il labbro inferiore. Io mi azzardai a passarle la lingua attorno alle labbra, cosa che non avevo mai fatto prima. Ma mi sentivo audace e ottimista:non le avrei fatto del male, lei era il mio bene, la mia unica ragione di vita. Come avrei potuto? La portai fuori dall’acqua il più velocemente possibile e la adagiai sul grande letto bianco. Mi scostai per guardarla:era bellissima, un angelo che si confondeva con il candore delle lenzuola. Le sue guance avvamparono di rosso in risposta al mio sguardo eccitato, mentre si sollevava per attirarmi di nuovo dolcemente a sé. <>, sussurrò al mio orecchio, impaziente. <> <>, rispose con voce soffocata mentre percorreva il mio petto con le labbra. Mi inginocchiai, nuovamente su di lei afferrandole la mano: le baciai il palmo, per poi salire lungo la piega del gomito verso la spalla e il collo. Li mi soffermai ad assaporarne la dolce fragranza e poi continuai, giù nell’incavo tra le spalle, e poi sempre più giù, soffermandomi sulle parti più nascoste del suo corpo. Ad ogni mio bacio si contraeva e le sue labbra mi esortavano a continuare per darle sempre di più. Ogni suo bacio mi provocava un piacere immenso e non faceva altro che aumentare la mia eccitazione. Quante volte avevo immaginato di stare con Bella in quel modo, di poterla stringere a me per sentire il calore e la morbidezza del suo corpo aderire alla mia pelle dura!Ma mai avrei potuto immaginato che l’eccitazione che sarebbe nata dentro di me potesse essere così forte, così totalizzante. I nostri corpi si muovevano in sincrono e godevano delle carezze dell’altro. <>, le sussurrai all’orecchio quando giunse il momento. Lei non rispose ma affondò le mani alla base della mia schiena per farmi penetrare più a fondo. Sul suo viso apparve un’espressione di dolore e io mi fermai terrorizzato all’idea di averle fatto del male. <>, le sussurrai all’orecchio. <>, e la sentii premere nuovamente la base della mia schiena verso di lei. La lascia fare, abbandonandomi alle nuove sensazioni che nascevano in me. Bella continuava a pronunciare il mio nome ansimando e io non potevo che non essere contento che mi cercasse, che mi chiamasse,che mi chiedesse di continuare e di stringerla più forte. Non potevo credere che avesse scelto me per provare, assieme a lei, questa gioia immensa. Quando l’eccitazione arrivò al culmine un’onda di piacere ancora più forte delle precedenti invase il mio corpo, immerso in quello di Bella, mentre si aggrappava alle mie spalle affondando le unghie nella mia schiena. Mi faceva impazzire sentirla così presa da me. Se non avessi praticato più di un secolo di autocontrollo difficilmente sarei riuscito a resistere. Il piacere che provavo era amplificato dall’odore del suo sangue:ad ogni spinta il profumo si infrangeva sul mio volto, come un’onda, lasciandomi senza fiato. Diventò quasi impossibile controllarmi e affondai i denti zeppi di veleno sul cuscino, mentre, unito a Bella mi lasciai andare. Ansimante Bella si lasciò cadere di fianco a me appoggiando la testa sul mio petto. <>, disse guardandomi con i suoi splendidi occhi. <>. Appoggiò il capo sul mio petto, avvolgendomi con le braccia e si abbandonò ad un sonno profondo. I capelli le coprivano il viso. Glieli spostai dolcemente per guardarla…era incantevole. Ancora arrossata, dormiva con le labbra impegnate in un sorriso estasiato. Io mi rilassai e mi preparai a passare il resto della notte in compagnia del ricordo dei dolci momenti appena trascorsi. Tutta la paura e la tensione accumula erano scomparse, consapevole del fatto che le cose erano andate molto meglio di quanto avessi mai immaginato. Chiusi gli occhi e ripercorsi ogni momento:il viso di Bella, le sue carezze, i suoi gemiti…tutto era stato perfetto. Il piacere che avevo provato unico, quasi inspiegabile. Da una parte desideravo ardentemente il suo corpo, possederla in modo più intimo possibile, dall’altra l’odore del suo sangue e il suo pulsare nella vene faceva riaffiorare il veleno del mostro racchiuso in me. Ma era stato semplice resistere, tutto sommato: riuscivo a resistere al sangue squisito di Bella, almeno finché la ragione mi dominava. Ma c’era stato un momento in cui non ero stato sicuro di aver deciso qualcosa. In quel momento il piacere era diventato incommensurabile e se non avessi affondato i denti sul cuscino…non dovevo pensarci. Non le avevo fatto del male. Bella stava bene e riposava tra le mie braccia. La prossima volta avrei avuto un’idea più precisa di cosa aspettarmi e sarei riuscito ad incanalare l’eccesso di eccitazione altrove. Se c’ero riuscito la prima volta, la seconda volta sarebbe andata sicuramente meglio. Il sonno di Bella era strano. Mi aspettavo che parlasse, che dicesse qualcosa…magari che sognasse me. Potevo sentirla a malapena respirare, quasi non si muoveva. Solo impercettibilmente il suo petto si muoveva su e giù sul mio. Probabilmente l’avevo fatta stancare troppo. E non l’avevo neppure fatta mangiare. Preso dalla situazione, me n’ero totalmente scordato. La mattina seguente, mi promisi, le avrei preparato una deliziosa colazione. Ma i miei pensieri non durarono a lungo in quella direzione. Il suo corpo era così caldo a contatto con il mio e la sua pelle così morbida che ne avrei desiderato ancora. Aprii gli occhi, colpiti da una nuova luce, più accecante di quella notturna e inorridii. Il sole appena sorto illuminava la schiena di Bella evidenziando lividi in tutto il suo corpo, alcuni più evidenti altri meno. Ero riuscito a farle del male Non si era mai lamentata mentre facevamo l’amore, almeno mi sembrava, e neppure mentre dormiva, l’avevo sentita farlo. Ero un mostro, ecco cos’ero. Per tutta la notte mi ero convinto di non esserlo, trastullato dal dolce ricordo, ma la luce del mattino aveva portato con se l’amara verità. Le avevo fatto del male. I lividi erano stati prodotti dalle mie mani, dalla mia presa troppo stretta sul suo fragile corpo, dai miei baci. Avrei tanto voluto allontanarmi da lei, svegliarla per sapere se provava dolore, se voleva che la portassi a casa, se voleva che la lasciassi in pace per sempre. Ero sempre e solo stato un problema per lei, le avevo sempre e solo causato danni. Come avevo fatto ad essere così irresponsabile?Un vampiro e un umana…non poteva uscirne nulla di buono. Eppure il desiderio incontenibile verso di lei mi aveva fatto quasi dimenticare le mie paure pur di possedere quell’unica anima e quell’unico corpo che volevo. Ero un essere spregevole, sicuramente non degno della mia Bella. Aveva ragione Jacob, l’aveva sempre avuta. Aspettai paziente che Bella si svegliasse per sapere come stava. Non l’avrei più toccata, non avrei più fatto l’amore con lei, almeno finché non l’avessi trasformata, sempre che fosse la cosa giusta da fare. Ormai non ero più sicuro di niente. E Alice?Come poteva avermi assicurato?Come poteva avermi detto che le cose sarebbero andate bene?Forse, per lei,”bene” significava non uccidere Bella? Le mie domande rimasero sospese, come macigni che solcavano i miei pensieri. Bella si mosse piano, stringendo le sue mani attorno ai fianchi, sorridendo. Le sfioravo dolcemente la schiena, quasi senza toccarla. <>,mormorai senza smettere di accarezzarla. Volevo sentirla parlare, dovevo assicurarmi che stesse bene. Il suo stomaco brontolò e ancora una volta mi rimproverai per non averla fatta cenare la sera prima. <>. Per tutta la sera precedente anch’io avevo quasi dimenticato la differenza tra di noi e questo non aveva portato a niente di buono. Mi rabbuiai maggiormente a quel pensiero e distolsi lo sguardo dal corpo di Bella. <>, chiese, dopo essersi sollevata su un gomito per guardarmi negli occhi. <>, risposi, in modo più sgarbato di quanto volessi essere con lei. Lei non si meritava certo la mai scortesia, ma il mio umore non poteva essere più tetro. E inoltre non potevo credere che lei non si rendesse conto di quale fosse il problema. Bella rimase immobile, impietrita, assorta nei suoi pensieri, aggrottando la fronte. Sembrava preoccupata, come se stesse realmente cercando il motivo della mia collera. <>, chiesi, accarezzandole la fronte. Volevo sapere cosa pensava di me, volevo sentirmi dire che ero un mostro, il peggiore marito del mondo e che non voleva più saperne di me. Non mi avrebbe di certo fatto sentire meglio, ma almeno lei ne sarebbe stata consapevole e mi sarebbe stata lontana. Io non potevo, non volevo. Non ce l’avrei fatta ad abbandonarla. Ma lei ne aveva tutto il diritto. <>. Non serviva che finisse la frase. Avevo capito. Bella non mi avrebbe mai detto se le avessi fatto del male. <>, dissi lentamente. <>, chiese stupita. Alzai un sopracciglio, aspettando la risposta. Non poteva negare, era coperta di lividi. Si allontanò da me, allungando le braccia,contraendo i muscoli. <>, disse seccata ma con voce tuttavia serena. Chiusi gli occhi, innervosito. Era inutile negare. <>, la intimai. <>, chiese ancora una volta come se le mie domande non avessero senso. <>, sputai,incollerito. <>, urlò scocciata.<> Come potevo non dirlo più. Era quello che ero, e la notte precedente lo avevo dimostrato. Come poteva continuare a negare di fronte all’evidenza. <>, dissi mantenendo la voce più calma possibile. Non riaprii gli occhi. Non volevo vedere come l’avevo rovinata. <>, chiese Bella, dopo un minuto che mi parve interminabile. Sbuffai. Ma cosa stava dicendo?Possibile che volesse continuare a negare. Non la capivo. <>. <>. Mi stava facendo innervosire. Spesso avevo pensato che Bella non mi considerasse un vampiro pericoloso, ma a volte mi sottovalutava proprio. <>, ruggii spazientito, tirandole il braccio, forse con molta meno delicatezza di quello che avrei voluto.<>, continuai, indicando il livido sul suo braccio. Sfiorai ogni suo livido mostrandole che combaciavano perfettamente con la sagoma delle mie dita. <>, sospirò meravigliata, come se l’avessi colta di sorpresa. <>, dissi affondando il volto tra le mani per nascondere ai miei occhi il male che le avevo fatto. Come avevo potuto?E peggio ancora..come avevo fatto a non accorgermene?Mi sembrava di essere stato controllato, cauto, dolce e invece… <>, Bella dolcemente mi chiamò, cercando di farmi risalire dal pozzo di tristezza nel quale ero caduto. Non risposi, disgustato. Come poteva ancora starmi accanto? <. La interruppi bruscamente. <>, dissi secco. Non poteva stare bene, era ricoperta di lividi che pulsavano richiamando sangue. Erano una prova lampante che non ero in grado di controllarmi mentre facevo l’amore con lei, non ero in grado di dosare la mia forza. <>, si ostinò a continuare. <>. Era inutile convincermi del contrario. <>,urlò Bella. Spostai le mani dal mio viso e la guardai cercando di capire cosa volesse dire, ancora. <>. Come poteva esserlo?Come poteva dirlo?Io non stavo rovinando proprio niente…l’avevo già fatto. <>. <>, urlò, con un tono di voce più alto del precedente. Non capivo. Non la capivo. Cosa voleva dirmi?Che le piacevo violento?Che le andavo bene anche così?Che poteva accettare anche questo?Digrignai i denti, ancora una volta stupito e allo tempo spaventato dai pensieri incoerenti di Bella. <>sbuffò imbronciata. Non era il momento, ma mi fece ridere, e mi rilassai. <>. <>. La guardai dritto negli occhi, cercando di capire cosa mi sfuggiva. Perché voleva che le leggessi nel pensiero? <>, chiesi, attendendo una risposta che non tardò ad arrivare. Bella mi colpì il petto, innervosita e incollerita. <>. <>, fu la sola cosa che mi sentii di rispondere. Volevo che ce l’avesse con me. La sua prima volta doveva essere dolce e delicata, cosa che la mia natura non aveva permesso. <> Sospirai.<>. <>. Ma di quale euforia parlava? Le era piaciuto fare l’amore con me nonostante le avessi quasi spezzato le ossa? Non la capivo. Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa. Anche se avessi letto i suoi pensieri non sarei riuscito a comprenderli. <>, disse facendo scorrere le dita lungo i suoi lividi.<>. Cosa voleva dirmi?Che era pronta a riprovarci?Che era pronta a soffrire fino a quando io sarei riuscito a placare le mie pulsioni e a controllare meglio la mia forza?Non poteva esserle piaciuto. Certo tutta la notte lo avevo pensato, ma l’alba mi aveva rivelato ben altra verità. E poi cosa voleva dire con”In fin dei conti immaginavo che una cosa del genere poteva accadere”?Sapeva di rischiare la sua salute facendo l’amore con me e non se n’era preoccupata?Ero esterrefatto. Cominciavo a dubitare della sua salute mentale. <>, sputai rabbioso. Bella mi fissava, guardandomi negli occhi. Mi dispiaceva, forse la stavo spaventando. Invece di scusarmi e cercare di curare le sue ferite, inveivo su di lei. Ma non riuscivo a capire come potesse continuare a starmi accanto, senza tremare e inorridire della mia presenza. <>, disse, quando mi fui calmando, distogliendo i suoi occhi dai miei e avvampando di rossore. Avevo immaginato tutta la notte di sentire quelle parole uscire dalle sue labbra, ma ora faticavo a crederle. Mi ammorbidii, intenerito dall’improvvisa confessione di Bella. Ma non riuscivo a non pensare a quello che avevo fatto. Le portai un dito sotto il mento per alzarle il viso, all’altezza dei miei occhi. <>, dissi, con una punta di rabbia. Non volevo essere così sgradevole, ma non riuscivo a calmarmi del tutto. Non sollevò lo sguardo. Continuò a parlare fissandosi le mani. <>. Era felice. Sembrava felice. Ero spiazzato. Come sempre fraintendevo Bella. Forse non le avevo fatto male come pensavo o forse, presa dalle intense sensazioni della notte precedente, non se n’era accorta, sbadata com’era. Me l’avrebbe detto se le avessi fatto male, ma non ricordavo altro se non le sue richieste di stringerla più forte o la sua impazienza nell’unirsi a me. <>. Non finii la frase. Bella aprì le sue labbra in un sorriso compiaciuto e imbarazzato. <>, sussurrò. Come potevo resisterle?Come potevo essere stato così brusco quella mattina accecato dalla rabbia che provavo per me stesso? Avevo travolto Bella nella mia rabbia e nel mio disgusto senza chiedermi,realmente, quali fossero i suoi pensieri. Dovevo spiegarle, doveva sapere che stare con lei era stato un piacere unico, indefinibile. Le presi il volto tra le mani, pensieroso, cercando di trovare le parole giuste, per spiegarmi al meglio. <>, dissi, rabbuiandomi al pensiero dell’avvertimento di Carlisle a cui non avevo prestato la dovuta attenzione.<>. Bella cercò di parlare, ma la fermai appoggiandogli le dita sulle labbra. <>, sorrisi, vedendo Bella così assorta e attenta alle mie parole. <>. Era vero. Quella notte il desiderio di possedere Bella, di sentirla dentro di me si era mescolato al desiderio, quasi incontenibile, del suo sangue, provocandomi un piacere a dir poco immenso. Speravo di averle fatto capire un po’ come era stato fare l’amore con lei, irresistibile e magnifico allo stesso tempo, un piacere unico. <>, cantilenò felice e certa della sua affermazione. <>, dissi, non potendo fare a meno di gettare un dubbio sulla veridicità della sue parole. <> <>, dissi. Mi prese il viso fra le mani, provocandomi un brivido che si propagò lungo la schiena. Quanto avrei voluto riprenderla tra le mie braccia come la sera prima!Ricacciai il desiderio nel fondo della mia mente inorridito al solo pensiero di poterle di nuovo fare del male. <>, concluse decisa. In qualche modo credevo alle sue parole. Bella non era in grado di mentire. Speravo che realmente, nonostante tutto, avesse passato una notte indimenticabile e mi dispiaceva averla fatta arrabbiare e non averla accolta nel modo che si meritava al suo risveglio. Le sfiorai le sopracciglia corrugate, cercando di distenderle, per far assumere al suo viso un’espressione felice. <>, dissi. <>, insistette. La guardai serio. Noi ci appartenevamo. Dipendevamo l’uno dall’altro. La nostra felicità o la nostra tristezza era legata a doppio filo. <>. Era una promessa. Una promessa che le avevo già fatto e che intendevo rinnovare. Bella mi guardò seria, aspettando, probabilmente una nuova crisi di rabbia da parte mia. Le sorrisi, cercando di mostrarmi sereno. <>, chiese. Certo, avrei fatto qualsiasi cosa pur di farla felice. In quel momento il suo stomaco ruggì e io mi ricordai che doveva mangiare. Lo stavo dimenticando, troppo spesso ormai, e lei non mi aiutava certo a ricordarmelo. <>, affermai e scesi dal letto alzando una nuvola di piume. <>, mi chiese Bella, mentre mi vestivo. <>, risposi, scuotendo la testa, pensando a quanto ero andato vicino a farle del male sul serio. Mi voltai sorridendogli. Avevo promesso di fare tutto quello che voleva lei. Si alzò dal letto stiracchiandosi e l’orrore mi colpì nuovamente come uno schiaffo. I lividi di Bella erano in piena mostra, ricordandomi quanto fossi stato mostruoso quella notte. Mi voltai di scatto. Non volevo vedere il meraviglioso corpo di Bella tumefatto in quel modo. Cercai di calmarmi, riprendendo a respirare. <>, chiese Bella, quasi divertita. Non risposi e non mi voltai. Come poteva prendere alla leggera certe cose?Lei, ovviamente, era bellissima ma i segni sul suo corpo non potevano che aumentare l’odio verso me stesso e verso la mia natura. Sentii un lamento provenire dal bagno. Non mi ero accorta che Bella avesse lasciato la camera da letto. Corsi da lei spaventato, pensando che avesse qualche ferita più profonda,di cui non mi ero accorto. <>, la chiamai terrorizzato. <>, disse, indicando le piume. Giusto, dovevo immaginarlo:non si stava lamentando per le ferite che le avevo procurato, ma per le piume tra i capelli. Tipico di Bella. <>, le disse, rimproverandola e mi avvicinai per aiutarla. <>. Era vero, ma non riuscivo ad essere sereno ed ero troppo di malumore per ridere. <>, disse dopo poco.<>, chiese abbracciandomi. Deglutii a fatica. Era difficile resistere a un tale invito ma era meglio non scherzare con il fuoco. Delicatamente mi liberai dal suo abbraccio. <>, dissi a bassa voce, allontanandomi in fretta. Avrei tanto voluto starla accanto come la sera prima,non desideravo altro, ma non potevo. Non per il momento. Mi misi ai fornelli mettendo in pratica le mie scarse conoscenze culinarie. Preparai un omelette, con uova, pancetta e formaggio sperando che Bella gradisse. Si sedette al tavolo della cucina e le servii la colazione. <>, dissi sorridendole. Aveva indossato un vestitino di cotone che nascondeva i lividi più evidenti. Era bella, davvero. Nulla poteva sminuire la sua innata bellezza. Mi sedetti, rassegnato, all’altro capo del tavolo e la osservai mentre mangiava affamata. <>, dissi, più a me stesso che a lei. <>. <>, dissi sorridendo. Era stato il mio passatempo preferito con Esme nell’ultimo mese. <>, chiese. <>, dissi,mentre brutti pensieri riaffioravano nella mente. Bella finì di mangiare molto velocemente. <>, disse, chinandosi sul tavolo per baciarmi. Restituii il bacio velocemente e mi allontanai. <>,mi accusò Bella, con una punta di acidità nella voce. No, non l’avrei più toccata. Non era mia intenzione farle del male nuovamente. Sorrisi dolcemente e le accarezzai una guancia. Non sapeva quanto avrei voluto toccarla ancora. <>, sospirai rassegnato, ritirando la mano dalla sua guancia.<>. | |
| | | ...fяαи¢у_¢υℓℓєи_96...
Data d'iscrizione : 18.05.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 16:20 | |
| Che billuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu ! Grz di averlo pubblicato clementina!!!!!!!!!! | |
| | | ѕтєllιиα ♥
Data d'iscrizione : 10.06.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 16:28 | |
| Grazieeee Cleme!!!! Magnificooo!!! <3 Piendo di emozioni!!! | |
| | | clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| | | | ѕтєllιиα ♥
Data d'iscrizione : 10.06.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 16:32 | |
| è semplice sai la barra sopra tipo dv c'è scritto www.cullenvampires ecc... basta che quando sei nella pagina dv vuoi mettere il link basta ke fai copia e incolla e lo metti | |
| | | clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| | | | clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 16:35 | |
| Grazie Marty forse proverò, sai ho paura di fare casini... | |
| | | ѕтєllιиα ♥
Data d'iscrizione : 10.06.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 16:37 | |
| ti capisco cleme nn è una cosa bella..e sinceramente ci siamo tutti un po rotti in questa storia quindi ora facciamo finta di niente e se vediamo qualkuno a - qualkosa l'alziamo =) ma va casini una volta l'ho pure messo sbagliato io ma se no..cm si dice sempre sbagliando si imparaaa!!! | |
| | | clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 16:40 | |
| O.K. e grazie per l'icoraggiamento Marty | |
| | | Gio95
Data d'iscrizione : 02.11.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 19:10 | |
| [b]Grazie mille!!!!!!!! Cleme sei grande! | |
| | | clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 19:27 | |
| Di niente Gio :kisss: :teneri: | |
| | | clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 19:36 | |
| | |
| | | baby282009
Data d'iscrizione : 25.10.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 24th Dicembre 2009, 23:49 | |
| Bellissimissimo grazie mille Cleme!!! | |
| | | clementina
Data d'iscrizione : 10.11.09
| Titolo: Re: Il libro di Edward 25th Dicembre 2009, 11:49 | |
| Prego baby | |
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| Titolo: Re: Il libro di Edward | |
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| | | | Il libro di Edward | |
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